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Galileo o l’Inquisizione?

Potremmo essere di fronte a una vera “rivoluzione copernicana” della tradizione (trasmissione della conoscenza) del Karate.

Di Pasquale Acri

Ho letto con interesse l’articolo di Nicola Bianchi sul tema dell’efficacia delle “lezioni a distanza” e traggo spunto da questo per ulteriori riflessioni sull’argomento.
Ricordo nitidamente quando alla fine del febbraio 2020, chiuse le palestre e di fatto l’intera nazione, mi posi il quesito sull’eventuale organizzazione di corsi a distanza di Karate. La risposta negativa fu immediata e trovò anche il sostegno dell’opinione del M° Carlo Fugazza.
I motivi, che sono in parte gli stessi enunciati da Nicola Bianchi, facevano parte della mia cultura e di quella, credo, della maggior parte dei praticanti di Karate Do, nonché del mio modo di vivere la pratica sino a quel momento:

  • il rapporto visivo diretto con il Maestro;
  • la prova pratica dell’efficacia delle tecniche attraverso il contatto;
  • l’energia trasmessa da Maestro e compagni nel Dojo.

Dopo 45 anni di pratica e 35 di insegnamento in presenza non avevo idea di come insegnare a distanza.

Infine, c’era un ultimo e forse più importante motivo: non ne ero capace.
O meglio, avevo un atteggiamento di rinuncia e chiusura di fronte alla novità, che talvolta è tipico dell’età adulta.
Dopo 45 anni di pratica e 35 di insegnamento in presenza non avevo idea di come insegnare a distanza, né di quali strumenti tecnologici fossero necessari. Così, confidando che il lockdown fosse di breve durata, decisi di non prendere in considerazione la didattica a distanza.
Un mese dopo, quando era chiaro che la pandemia si sarebbe protratta per lungo tempo e che le nostre palestre rischiavano chiusure prolungate, alternate a brevi periodi di apertura, cominciai a pormi delle domande, domande sul mio futuro di Maestro di Karate, visto che senza allievi non esiste neanche il Maestro. Non ultimo valutai gli scenari di sopravvivenza della mia scuola di Karate.

Ad aprile, dopo una breve alfabetizzazione sulla tecnologia necessaria, organizzai le prime timide lezioni on line dal box di casa, perché lo stretto lockdown non consentiva di raggiungere la palestra. La grande sorpresa fu che questi appuntamenti incontrarono il favore e i commenti entusiasti degli allievi.  Da quel momento il progetto della didattica a distanza, pienamente condiviso prima con il M° Alessandro Cardinale e poi con il M° Carlo Fugazza, ha assunto sempre di più una forma evoluta.
Approfondito l’uso dei media necessari alle video lezioni, abbiamo deciso di investire economicamente su questi mezzi e, soprattutto, abbiamo sviluppato un sistema di insegnamento che fosse adatto alla didattica a distanza e che mantenesse integri i principi fondamentali della tradizione della nostra arte.

Nei mesi di settembre e ottobre 2020 abbiamo implementato un sistema misto: in presenza, per chi voleva e poteva frequentare la palestra, e a distanza per chi preferiva o era impossibilitato a venire nel dojo.
A fine ottobre, per il noto sviluppo della pandemia, le palestre sono state nuovamente chiuse e, pertanto, il sistema di didattica a distanza è rimasto l’unico possibile. Ma questa volta noi eravamo già pronti: quattro lezioni per gli adulti e cinque lezioni per i bambini/ragazzi on-line ogni settimana.
Da gennaio, inoltre, gli iscritti al corso hanno accesso a una sezione riservata del canale YouTube Nikamon con possibilità di seguire la lezione registrata: quattro nuovi video on demand ogni settimana.
Infine, dal 23 febbraio l’ultimo passo è stata l’attivazione di un corso gratuito per principianti che, alla riaperture delle palestre, potranno decidere, se ancora interessati, di iscriversi adun corso in presenza vicino alla loro residenza.

Nel momento in cui scrivo, la didattica a distanza è l’unico mezzo per praticare Karate, per mantenere in vita le nostre scuole e per mantenere attivo tutto il nostro movimento.
È sicuramente la nostra ancora di salvezza, per citare Nicola Bianchi.
Ma ora possiamo anche apprezzare tutte le potenzialità.
È necessario infatti trasformare i corsi online da mero ripiego a opportunità di rilancio, non solo per le singole palestre, ma per tutto il Karate tradizionale.
Nella nostra esperienza i corsi on line hanno incontrato il favore degli allievi, non solo perché hanno dato loro l’opportunità di continuare la pratica, ma anche perché hanno dato la possibilità a molti praticanti residenti all’estero di seguire lezioni o stage che, in condizioni normali, non avrebbero potuto frequentare per impegni, distanza e costi.
Se con oltre 300 collegamenti gli allievi partecipano ogni settimana ai nostri corsi e se altre realtà come la nostra hanno ottenuto risposte simili in termini numerici ed emotivi, è nostro dovere trarne le dovute riflessioni.
Si tratta di un’opportunità per la diffusione e la pratica del Karate che non va sprecata.

È necessario infatti trasformare i corsi online da mero ripiego a opportunità di rilancio.

Tutti concordiamo che i corsi on line non sono l’equivalente delle lezioni in presenza, ma in questo momento sono l’unica alternativa possibile per continuare ad allenarsi. In futuro, quando si tornerà alla normale socialità, serviranno non solo per non ripartire da zero, ma devono diventare anche un ausilio sussidiario per andare incontro alle esigenze dei tanti allievi appassionati alla pratica.
Potremmo essere di fronte a una vera “rivoluzione copernicana” della tradizione (ossia trasmissione della conoscenza) del Karate.
Dobbiamo solo decidere se stare dalla parte di Galileo Galilei o da quella della Inquisizione.

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