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Il karate e le arti marziali, oltre la tecnica – Parte 3

Per il progetto Wonder M.Arts, il flash-mob di arti marziali al femminile per abbattere ogni barriera.

Di Giuseppe Giardullo

Il 14 e il 15 maggio 2023 ha avuto luogo il terzo appuntamento del Progetto “Wonder M.Arts” che ha visto protagoniste donne e ragazze del Cilento e del Vallo di Diano insieme ad altre rappresentative provenienti da Grecia, Romania, Slovenia e Turchia.
L’intento è quello di rafforzare la figura della donna in ambito sociale, educativo, sportivo e di conferire ai partecipanti un equilibrio psico-fisico ottimale da utilizzare nella vita quotidiana, impiegando come mezzo le arti marziali, non solo a livello pratico, ma anche incarnando la filosofia che le contraddistingue. 

L’intento è quello di rafforzare la figura della donna in ambito sociale, educativo, sportivo.

Durante la giornata di sabato l’associazione Heracles, capofila del progetto finanziato dalla Commissione Europea, ha sviscerato la reportistica che ha riguardato l’attività locale. Sono emerse le difficoltà rilevate all’inizio della progettazione e le risoluzioni che si sono attuate in corso d’opera per migliorare la situazione, lo stesso lavoro è stato svolto dagli altri partners.
La domenica mattina è stata dedicata alla visita della Certosa di Padula, patrimonio dell’Unesco e anche dell’intero territorio, mentre nel pomeriggio si è avuta una dimostrazione pratica dove le donne coinvolte si sono cimentate nelle tecniche del Karate e del Judo. La pratica ha dato modo di dimostrare alla compagine di provette marzialiste di essere in grado di superare i loro limiti, non solo fisici, ma anche pre-concettuali, rispetto a un’attività che non avrebbero mai pensato di svolgere fino a qualche tempo fa. 

Le difficoltà riscontrate durante gli allenamenti in loco, sono state diverse e anche inaspettate.
Da insegnante pensavo che donne, che non hanno mai frequentato una disciplina sportiva, se non marginalmente, potessero avere difficoltà a eseguire le tecniche del Karate-do, invece, le “problematiche” hanno riguardato maggiormente aspetti che, in teoria, sarebbero dovuti essere marginali, ma che in pratica si sono dimostrati di primo piano: è stato difficile far togliere loro i calzini e praticare a piedi nudi; è stato quasi impossibile utilizzare il Kiai nell’esecuzione delle tecniche e ancora non se ne parla d’indossare il karategi…ma, naturalmente, la pratica del karate ha cambiato qualcosa dentro di loro. 

Le donne coinvolte si sono cimentate nelle tecniche del Karate e del Judo.

Il lancio con il “paracadute” è stato effettuato, dopodiché, una volta atterrati, la vita avrà una prospettiva diversa, qualcosa si è modificato e sono convinto che ogni praticante abbia provato questa sensazione.
Al termine del flash-mob il gruppo di donne, proccupatissimo per la performance dimostrativa, ha capito finalmente che ce l’avevano fatta, che anche loro erano in grado di fare karate senza la paura di essere ridicole, dimostrando di avere la capacità di agire sotto stress e di essere sullo stesso piano delle colleghe judoke delle altre nazioni. Attualmente sanno di essere in grado di porsi degli obiettivi e di conseguirli nonostante la paura, d’ora in poi queste nuove conoscenze rappresenteranno un valore aggiunto da applicare nella quotidianità.
Il progetto non è ancora terminato e sta ampiamente conseguendo gli obiettivi prefissati, le donne che stanno partecipando hanno avuto da subito un riscontro, non solo fisico, ma soprattutto caratteriale che le ha rafforzate e migliorate. Lo sport non è solo agonismo, ci sono tra le righe diversi aspetti che riguardano la sfera educativa che vanno ricercati e messi a disposizione degli altri.
Prossimo appuntamento a settembre con la mobilità in Romania, “Wonder M. Arts” continua…

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