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Le campane tibetane

Le campane tibetane

Un antico e originale metodo di cura per il logorio della vita moderna e lo stress.

La primavera, oltre ai doni per cui tutti le siamo grati – risveglio della natura, tepore, più ore di luce – porta con sé lo scotto dei mesi più freddi, la stanchezza, la depressione, lo stress.
Ci sono molte possibilità per cercare di venirne fuori, una di queste, davvero originale, ci arriva dal Tibet pre-buddista di religione Bon, all’incirca 3.000 anni prima dell’età del bronzo. Utilizza semplici ciotole, originariamente concepite come scodelle per alimenti. Si tratta delle campane da canto, dette anche campane in piedi, perché non si appendono, ma restano sempre appoggiate col bordo inferiore al terreno. Sono diffuse in Tibet e nell’area che copre tutta la regione dell’Himalaya, con propaggini in Cina, Corea, Mongolia e sì, in Giappone, le cosiddette gong suzu. 

Le campane più famose sono quelle in bronzo, le più sonore quelle in cristallo.

I materiali con cui vengono realizzate oggi possono variare molto ed essere perfino sintetici; gli oggetti possono essere artigianali, o costruiti con le macchine, o con una combinazione delle due tecniche.
Le campane più famose sono quelle in bronzo, le più sonore quelle in cristallo – ricavate da sabbia contenente silicio, lo stesso componente adoperato nei più avanzati apparecchi tecnologici.
Alcune ciotole antiche erano il risultato della mescolanza di diversi metalli o leghe, compreso l’oro, e questo spiega la loro qualità sonora e il conseguente alto valore di mercato. In realtà solo pochi esperti al mondo sono capaci di distinguerle dalle imitazioni recenti, che si trovano in vendita anche in Internet. In ogni caso, le migliori sono considerate quelle provenienti dal Nepal.
Alcune ciotole sono preziosamente decorate, sia all’interno sia all’esterno, da disegni simbolici, dai versi del mantra Om Mani Padme Hum – che evoca la compassione e la trasformazione completa di un essere vivente – o da raffigurazioni di Buddha; altre sono lisce e spoglie.

Storicamente, le campane tibetane sono usate nella pratica buddista come segnale per iniziare e terminare la meditazione. In Giappone e in Vietnam per esempio, possono segnalare il passare del tempo o un cambiamento nell’attività. Inoltre, nel Sol Levante queste campane accompagnano spesso i riti funebri e il culto degli antenati.
In Occidente, il mitico Nostradamus, lo studioso francese vissuto nel ‘500, faceva uso delle ciotole da canto come strumenti di predizione.
Più vicino a noi, lo scienziato USA Edgar Cayce, noto anche come chiaroveggente, profetizzò che le campane tibetane sarebbero diventate un universale ausilio di guarigione all’alba del terzo millennio.
Ormai esse sono impiegate in tutto il mondo per la musica, il relax, il benessere personale e la devozione religiosa. Queste ciotole sono usate in ambito sanitario da oncologi, psicoterapeuti, massaggiatori, oltre che naturalmente dagli insegnanti di yoga. Sono popolari perfino nelle aule in cui si tengono corsi motivazionali, per facilitare le attività di gruppo e focalizzare l’attenzione degli studenti.

Ormai esse sono impiegate in tutto il mondo per la musica, il relax, il benessere personale e la devozione religiosa.

Le campane producono il loro affascinante suono grazie all’attrito provocato dallo sfregamento con un bastoncino di legno, plastica o cuoio. Si può anche colpirle in modo da ottenere il tipico squillare argentino di un campanello. A volte vengono riempite d’acqua, che zampilla in una danza di gocce quando la ciotola riceve il colpo.
Di base, la loro voce è un ronzio armonico potente e duraturo, che procura effetti rinvigorenti e calmanti allo stesso tempo. È una musica che può essere ‘programmata’ e non soltanto improvvisata, proprio come avviene per gli strumenti a percussione delle orchestre e delle band. Però ci vuole pratica per imparare a tenere il bastone e a spostarlo per produrre la risonanza corretta. La piccola mazza va mossa attorno alla ciotola in modo circolare e queste manovre permettono di ricavare toni differenti.
Quando sono adoperate per la terapia del suono, le campane vengono collocate intorno al paziente, poste sopra una base di gomma. Talvolta invece sono posizionate direttamente sul corpo di chi riceve il trattamento. Il praticante usa la risonanza delle vibrazioni armoniche delle ciotole all’interno del corpo umano, cercando di attivare o bilanciare i suoi centri energetici – ovvero chakra e aure. 

Ma come mai il suono delle campane tibetane riesce a essere così benefico?
Ogni cosa nella nostra realtà vibra in una specifica frequenza, compreso il corpo umano e appunto i suoi sistemi energetici. Le ciotole tibetane generano vibrazioni pure, in grado di correggere gli squilibri e i blocchi eventualmente presenti nei nostri centri energetici. Un buon terapeuta ricorderà al paziente che la causa emotiva dei suoi problemi va comunque affrontata, altrimenti prima o poi si ripresenteranno, nonostante la cura.

Si è scientificamente riscontrato che tra i modelli ondulatori delle ciotole di canto, ne esiste uno equivalente alle onde alfa prodotte dal nostro cervello. Come un potente trasmettitore radio le campane, specie quelle di cristallo, trasmettono energia nell’atmosfera, riempiendo l’aura di una persona con una luminosità vibrazionale che si traduce nei sette colori principali dell’arcobaleno – per l’appunto quelli associati ai chakra. Grazie alle tonalità del cristallo di quarzo, l’ascoltatore sensibile e ricettivo può viaggiare in uno stato alterato di coscienza.
Poiché sono interessate diverse parti del cervello è probabile che esse, durante la sessione, rilascino ormoni e sostanze chimiche che riescono a sopprimere il dolore, rafforzare la forza di volontà nei propri talenti creativi e superare le dipendenze. 

Ogni cosa nella nostra realtà vibra in una specifica frequenza, compreso il corpo umano e, appunto, i suoi sistemi energetici.

A parte le qualità vibratorie, le campane tibetane guariscono anche in un modo diverso. Come esseri umani, siamo esposti a molti suoni innaturali e stridenti: i rumori del traffico, della tv, di tutti gli elettrodomestici e gadget elettronici, che creano una sorta di inquinamento acustico.
Le campane invece sono fonte di suoni che calmano i pensieri e risultano piacevoli, perché sono naturalmente armoniose e risonanti l’una con l’altra. Ascoltare questo tipo di musica tranquillizza la mente, proprio come l’ascolto dei suoni esistenti in natura… E una mente serena aiuta a mantenere un corpo più sano, rendendolo meno suscettibile alle malattie.

 

Fonti  
Being Zen comprende anche una mini-guida che insegna a suonare da soli le campane, senza l’aiuto – almeno a livello iniziale – di musicisti rodati o la frequenza di corsi.

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