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Heian, la tecnica dell’Orso bianco di Chiāng-nán – Parte 1

Heian, la tecnica dell’Orso bianco di Chiāng-nán – Parte 1
La prima tecnica del kata Pinan shōdan (Heian nidan) realizzata da Hōan Kosugi che compare in “Ryūkyū Kenpō Tōde” (1922); a dx, la foto corrispondente che compare in “Rentan Goshin Tōde-jutsu” (1925). Nello schizzo da notare l’enbusen a lato.

Le origini dei cinque kata Heian del karate Shotokan.

I cinque kata Heian della scuola Shōtōkan derivano dalla divisone di una singola forma cinese chiamata Channan o Shiro Kuma che giunse a Okinawa in due diversi momenti del secolo XIX.
La prima persona che effettuò una divisione di questa forma in due sezioni fu Sōkon Matsumura, mentre il suo allievo Ānkō Itosu le suddivise a loro volta in quattro kata. Infine, Itosu creò l’ultima forma e rinominò Pinan tutto il gruppo di cinque kata per introdurli nella scuola pubblica di Okinawa.
Una volta giunto a Tokyo, il suo allievo Gichin (leggi Ghicin) Funakoshi invertì l’ordine dei primi due kata e chiamò Heian tutte e cinque le sezioni del kata Pinan.

Origini del kata Channan o Shiro kuma
Le cinque sezioni del kata Heian, chiamati a Okinawa Pinan, derivano da un antico tàolù cinese ricordato con due nomi: Channan e Shiro kuma.

  • Channan si riferisce all’area geografica da cui proviene, ovvero da Chiāng-nán (江南), il cui significato letterale è “Sud del Fiume”, intendendo una vasta area posta sulla sponda meridionale del Fiume Azzurro, anche chiamato Fiume Lungo, rispettivamente Yáng-tze Jiāng e Cháng Jiāng, il più grande fiume dell’Asia, che dall’inizio dell’epoca cristiana divenne una zona densamente popolata da filosofi, cultori ed esperti nelle arti marziali taoiste. [Hwang Kee, Tang Soo Do / Soo Bahk Do (1978)].
  • Shiro kuma (白熊) lett. “Orso bianco”, invece, coincide con l’antica boxe imitativa del plantigrado che ha dato origine alle prime tecniche di questa forma miscelate con altre più connesse alla boxe della gru, mentre il color bianco si riferisce alla cultura taoista, di cui è permeato.
    [Il nome Shiro kuma proviene da Tsukuo Iwai, un insegnante di Motobu-ryū che nel 1997 condivise la sua testimonianza con Charles J. Swift, dal quale proviene l’articolo Channan: the ‘Lost’ kata of Itosu, Dragon Times, Issue 18 (2000).]

Nel corso della prima decade del ‘900, quando il Maestro Itosu decise di introdurre il Karate nella scuola pubblica…

Complessivamente, la forma originale giunse per la prima volta a Okinawa mediante Kojō Chinpe, meglio noto come Matsu Higa (c. 1790-1870), nativo del villaggio dei cinesi di Kume a Okinawa, il quale l’apprese a sua volta nella scuola tempio Liú Lóng Gōng (Ryū Rū Kō nell’idioma di Okinawa) situata a Fúzhōu, Cina.
A sua volta, Kojō Chinpe trasmise questa forma prima del 1830 al suo allievo Sōkon Matsumura (1809-1899) di Shuri. Una volta maturo, Matsumura suddivise il tàolù Channan in due parti e lo trasmise ad alcuni suoi allievi fra cui Ānkō Itosu.
La seconda volta che il tàolù Channan o Shiro kuma giunse nuovamente a Okinawa fu tra il 1853 e il 1870 in occasione di una delle tre visite del monaco taoista Wong Chiu Leung (Wāng Zhàoliáng, c. 1832-1935), ricordato da Gichin Funakoshi come il “naufrago di Ahnan”.
[L’affermazione che “il naufrago di Ahnan” trasmise diverse forme nel villaggio di Tomari a Okinawa venne ripetuta nei primi tre libri tecnici di Gichin Funakoshi, rispett. Ryūkyū Kenpō Tōde (1922); Rentan Goshin Tōde-jutsu (1925); Karate-dō Kyōhan, (1935).]

Il monaco Leung era figlio di Lǎo Jun Kang (c. 1770-1864), gran Maestro della già citata scuola Liú Lóng Gōng di Fúzhōu. Fra gli allievi diretti del monaco Leung, che dopo la morte del padre divenne a sua volta gran Maestro del Liú Lóng Gōng, quello che apprese con certezza la forma originale fu l’allora adolescente Chōyu Motobu (1857-1928), riconosciuto nella maturità come il maggiore esperto di arti marziali di tutta Okinawa.
[La forma Channan o Shiro kuma è ufficialmente detenuta in tre scuole di arti marziali. Una di queste è la Motobu-ryū Udun-tī, di cui Chōyu Motobu fu l’11° Sōke. Il 12° Sōke fu Seikichi Uehara (1904-2004), mentre l’attuale caposcuola e 13° Sōke è Chōsei Motobu (n. 1925), rispett. il terzogenito del famoso Chōki e nipote di Chōyū Motobu.]

Sviluppo e documenti moderni sui kata Pinan o Heian
Nel corso della prima decade del ‘900, quando il Maestro Itosu decise di introdurre il Karate nella scuola pubblica, dovette effettuare diversi esperimenti per trovare il metodo didattico più congruo, quindi, procedette a suddividere le due forme Channan di Matsumura in ulteriori quattro kata che decise di rinominare Pinan.
[Secondo Patrick Nakata (1944-2013), uno degli ultimi allievi di Chōshin Chibana (1885-1969), Ānkō Itosu utilizzò dapprima Naihanchi (Tekki) shōdan, poi Kōsōkūn-Kūshankū (Kankū dai). Poiché il primo kata risultava troppo difficile e il secondo troppo lungo, Itosu creò i kata Pinan per colmare questo divario, quindi decise di inserire un kata all’anno (negli otto anni di scuola che oggi coincidono con la scuola dell’obbligo, scelse prima i cinque Pinan e poi i tre Naihanchi). Vedi l’articolo di Charles Goodin, Karate Odyssey lll: An Interview with Sensei Pat Nakata, Classical Fighting Arts, Vol. 2 No 14 Issue 37 (2008). Inoltre, secondo Patrick McCarthy, Ānkō Itosu stabilì i Pinan nel 1905 e li introdusse nella scuola elementare Jinjō di Shuri nel 1908. Per Charles J. Swift, Itosu introdusse i Pinan intorno al 1907. Secondo John Sells, invece, Itosu introdusse i Pinan fra il 1902 ed il 1907. Circa l’informazione che Sōkon Matsumura avesse appreso un tàolù chiamato Channan proveniente dalla Cina Meridionale e che lo avesse diviso in due parti allo scopo di semplificare l’allenamento di base, proviene dall’intervista che Ernie Estrada raccolse nel 1978 da Sōken Hōhan (1891-1982), il fondatore della scuola ortodossa di Matsumura (Shōrin-ryū Matsumura seitō); vedi Ernie Estrada, Interview with Hōhan Soken: The Last of the Great Old Time Karate Warriors (1978). Con la prima parte, Sōkon Matsumura creò quelli che oggi conosciamo come i primi due kata Pinan, mentre con la seconda elaborò una struttura parzialmente incompiuta che venne completata da Itosu.]

Circa il numero delle tecniche dell’antico Channan occorre comprendere che, in origine, questa forma era composta da circa una cinquantina di tecniche, mentre l’escamotage per giungere alla suddivisione in quattro sezioni dovette includere varie ripetizioni per un totale di ottantaquattro tecniche.
[Rispett. Heian shōdan è composto da 21 tecniche, nidan da 26, sandan da 20 e yondan da 27.]
La quinta sezione venne creata da Itosu (sebbene alcuni ritengono che la effettuò grazie all’aiuto di un monaco) selezionando alcune tecniche dei kata Naihanchi (Tekki), Passai (Bassai), Chintō (Gankaku) e Wandō.
[La sequenza tecnica completa del kata Wandō compare nel libro di Massimo Braglia, Tomari-te Karate Nyūmon: Introduzione al Karate di Tomari e al Quánfǎ di Ahnan.]

La conferma che Chōki Motobu apprese da Ānkō Itosu un kata chiamato Channan poi modificato in Pinan

La prima informazione scritta sull’esistenza dei cinque kata Pinan compare nei primi due libri tecnici di Gichin Funakoshi pubblicati nel 1922 e nel 1925. In entrambe le opere il Maestro utilizzò i caratteri fonetici Pinan (ピンアン) e le suddivise in cinque sezioni: “livello iniziale, secondo, terzo, quarto e quinto”, rispett. shōdan, nidan, sandan, yondan e godan (初段, 二段, 三段, 四段, 五段).
È anche opportuno specificare che, nel suo primo libro, il testo è accompagnato da numerosi schizzi effettuati del suo allievo Hōan Kosugi, mentre nella seconda troviamo delle fotografie che ritraggono il Maestro insieme ad alcune aggiunte.
Quando il fondatore della scuola Shōtōkan pubblicò il suo terzo libro nel 1935, tutti i kata vennero presentati con i loro nuovi nomi giapponesi. È in questo momento che i caratteri fonetici vennero surclassati dagli ideogrammi di Píng-ān o Hei’an (平安), rispett. negli idiomi di Pechino e di Tokyo.
Un’altra importante testimonianza sui kata Pinan venne pubblicata su una rivista di ricerca del 1934. Questa intervista che Genwa Nakasone raccolse da Chōki Motobu ricorda una visita fatta al suo anziano Maestro Itosu tra il 1905 e il 1915 nel villaggio Shikina a Naha, Okinawa. Ecco il testo:

“Mi interessai alle arti marziali fin da bambino, e studiai con molti insegnanti: con Itosu Sensei per sette-otto anni […]. Un giorno lo andai a trovare nella sua casa nei pressi della scuola (media) e ci sedemmo parlando di arti marziali e di altri argomenti. Mentre ero là, si aggiunsero altri due o tre studenti a parlare con noi. Itosu Sensei si rivolse a loro e chiese di mostrargli un kata. Il kata che esibirono era molto simile al Channan che avevo imparato anch’io, ma con alcune differenze. Chiesi allora agli studenti di che kata si trattasse, e questi risposero che si trattava del kata Pinan. Gli studenti andarono via poco dopo, ed io mi rivolsi ad Itosu Sensei dicendogli: ‘Ho imparato un kata chiamato Channan, ma il kata che quegli studenti hanno eseguito era diverso. Come mai?’ Itosu Sensei rispose: Sì, il kata è lievemente diverso, ma è questo che poi ho deciso di insegnare. Gli studenti mi hanno detto che il nome Pinan è migliore, e ho seguito il parere dei giovani”.
[Chōki Motobu, Karate Ichiyu-Tan, articolo scritto da Genwa Nakasone per la rivista Karate Kenkyū (1934); traduzione in inglese di Charles J. Swift, “A Night of Talking about Karate”, Classical Fighting Arts, Vol. 1 Issue 2 (2003).]

Da quanto descritto troviamo la conferma che Chōki Motobu apprese da Ānkō Itosu un kata chiamato Channan poi modificato in Pinan, perché più facile da pronunciare. Questo documento potrebbe anche spiegare alcune differenze tra le versioni dei Pinan tuttora esistenti.
In risposta a questo dilemma si ritiene che, a seconda del periodo in cui gli allievi di Itosu si alternarono nell’apprendimento dei kata Pinan, emersero diverse modalità esecutive che il Maestro andò progressivamente uniformando. [Circa le differenze esecutive fra i cinque kata delle scuole Shōtokan e Wadō, che risultano più simili fra loro rispetto alle versioni Shitō e Shōrin, le modifiche vennero attuate prima da Gichin Funakoshi e poi sottolineate da suo figlio Gigō (Yoshitaka nell’idioma di Tokyo) con il permesso del padre. Un’altra importante differenza sta nel fatto che, all’inizio degli anni 30 del secolo scorso, Gichin Funakoshi invertì l’ordine delle prime due sezioni del kata (shōdan e nidan).]

(Continua)

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