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Heian, l’origine del nome dei kata – Parte 2

Heian, l’origine del nome dei kata – Parte 2
Funakoshi e i suoi allievi dell’Università Keio a Tokyo eseguono il kata Pinan shōdan (Heian nidan) nel 1930. Da notare il tallone del piede anteriore dell’attuale kōkutsu-dachi risulta sollevato dal suolo come nella neko ashi-dachi.

I Pinan o Heian sono i kata più diffusi ed entrambi i termini coincidono, rispettivamente in lingua cinese e giapponese.

Riguardo il significato dei nomi Pinan ed Heian, è opportuno puntualizzare che entrambi i termini coincidono, rispettivamente in lingua cinese e giapponese. E proprio nell’ordine che ho indicato, poiché parte della vecchia classe nobiliare e colta di Okinawa, per quanto decaduta in termini economici, oltre alla lingua locale parlava e scriveva più in lingua cinese che giapponese. Fu solo dopo il definitivo avvento del moderno stato nipponico (1879) che la lingua giapponese divenne obbligatoria. Sulla base di quest’affermazione il Maestro Itosu, prima segretario dell’ultimo sovrano delle Ryūkyū e poi segretario della Prefettura di Okinawa, utilizzò degli ideogrammi cinesi per definire i kata Pinan (平安), la cui lettura giapponese corrispondente in Heian venne divulgata più avanti dal suo allievo Funakoshi.

Ci sono cinque forme Heian (平安) contenenti una gran varietà di tecniche e quasi tutte le posizioni di base…— Gichin Funakoshi

Per indagare al meglio il significato di entrambi i nomi Pinan-Heian, in questo paragrafo mi sono concentrato su cinque ipotesi.

La prima, circa l’etimologia del termine Heian, proviene dal libro Karate-dō Kyohan di Gichin Funakoshi del 1935. In esso troviamo la seguente descrizione:

“Ci sono cinque forme Heian (平安) contenenti una gran varietà di tecniche e quasi tutte le posizioni di base. Avendo perfezionato queste cinque forme, uno può essere sicuro di difendersi con competenza nella maggior parte delle situazioni. Il significato del nome (Heian: ‘Mente pacifica’) deve essere inteso in questo senso”.

Con queste parole Funakoshi desiderava far comprendere che, attraverso l’approfondimento delle tecniche contenute in questi kata, ogni praticante aumenta le possibilità di conseguire la calma interiore che deriva dalla capacità di difendersi efficacemente nella maggior parte delle situazioni. [A proposito di quest’affermazione, dagli scritti di Funakoshi si evince che, al di fuori della moderna pratica formale, fino a poco prima dell’introduzione del Karate nella scuola pubblica, ogni tecnica di calcio era comunemente rivolta al pube o alle gambe, mentre buona parte dei pugni era rivolta al viso. NdA]

La seconda ipotesi è rapportata alla storia del Giappone e ci riporta al “periodo Heian” (Heiān jidai, 平安時代). Tale epoca di pace e stabilità così vissuta in tutta la nazione proviene dalla capitale del tempo, Heiān-kyō, lett. “Tranquillità-pace-capitale” (平安京) – l’attuale Kyōto – che fu la sede imperiale dal 794 d.C. al 1868 con una breve interruzione verso il 1180. All’inizio di questo periodo, in cui fiorirono le prime forme d’arte – poesia e letteratura autoctone –, divenne famosa la pratica di modificare e naturalizzare diverse forme culturali giunte dalla Cina al paese del Sol levante.

La terza ipotesi allude a un componimento poetico presente nel Bubishi di Okinawa (articolo 1, capitolo 4) intitolato: “Storia e filosofia della Boxe della gru bianca di Yǒngchūn”. Esso cita testualmente: “Incommensurabili auto-conquiste sono rese possibili attraverso una mente pacifica e l’armonia interiore”.
Leggendo questo verso nel testo originale, possiamo notare che gli ultimi quattro sostantivi possiedono il significato di “pace-calma tranquillità-fissare” (píng’hè ān’dìng ed heiwa antei, rispett. negli idiomi cinese e giapponese, 平和安定), più spesso tradotti come “mente pacifica” e “armonia interiore”. Infatti, se avviciniamo il primo e il terzo carattere (平安) dei quattro ideogrammi selezionati, otteniamo le parole Pin’ān ed Hei’an che, appunto, vengono comunemente tradotte come “Pace e tranquillità”.

La quarta ipotesi è riferita al nome del Maestro Itosu, più esattamente alla lettura on del primo dei due caratteri che formano il suo nome, Ānkō (安恒). Come possiamo notare, il primo pittogramma del suo nome coincide con il secondo dei due che compaiono nel nome Pin’ān (平安). Ne consegue che, in tal modo, il Maestro Itosu impresse la sua firma nel nome di questa sua importante creazione, proprio come per un artigiano è naturale riportare il proprio “marchio di fabbrica” su un suo prodotto.

La quinta ipotesi si riferisce all’associazione del nome Ānkō (安恒) al nome Ānan o Ahnan (安南), riferito al luogo di provenienza del monaco taoista Wong Chiu Leung, dalla cui tradizione familiare proviene il kata Channan o Shiro kuma, in seguito modificato in Pinan o Heian.

A causa di questa altissima diffusione, tali forme vengono talvolta allenate con diverse modalità esecutive.

Conclusione
I Pinan o Heian sono i kata più diffusi, considerando i molti sistemi stilistici di Karate e quindi le diverse versioni esistenti in tutto il mondo.
A causa di questa altissima diffusione, tali forme vengono talvolta allenate con diverse modalità esecutive, di cui la più nota consiste nell’eseguire tutte e cinque le sezioni senza alcuna interruzione. In tal caso, tale modalità è definita Pinan dai o Heian dai (平安大), lett. “Grande Pinan” o “Grande Heian”. È possibile che questa modalità risalga direttamente dalla scuola del Maestro Itosu.
Riguardo le ulteriori modalità esecutive nate nell’ambiente universitario di Tokyo, dalle sperimentazioni di Gigō Funakoshi e di Shigeru Egami, quella definita ura (), lett. “opposta”, richiede che ogni kata venga eseguito sul lato speculare rispetto alla modalità omote (), lett. “manifesta”, “evidente”, riferita a quella di base.
Una terza modalità, invece, richiede che venga eseguita al contrario, ovvero muovendosi con la gamba-perno opposta edarretrando invece di avanzare o viceversa, mentre la quarta unisce le due modalità precedenti. [Rispett. le ultime due modalità descritte sono state erroneamente chiamate kono (この) e ura kono (裏この) per incomprensioni linguistiche. Infatti, il termine kono coincide con il pronome dimostrativo “questo”, termine col quale nel corso degli anni Settanta i Maestri Kase, Shirai ecc. usavano incitare i rispettivi allievi europei ad allenare i kata Heian anche “in questo modo”. NdA]
Una quinta e ultima versione degna di essere citata è quella rimodulata dai Maestri Taiji Kase (1929-2004) e Hiroshi Shirai (nato nel 1937) nel 1985 e da loro chiamata Heian ōyō che sintetizza in una singola forma le combinazioni tecniche più interessanti contenute in tutte e cinque i kata Heian.

Parte 1

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