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Stage di Kata Bunkai – Roma 27.01.18

Stage di Kata Bunkai – Roma 27.01.18

“Quello che vi propongo nell’esecuzione dei bunkai kata è frutto delle tante interpretazioni dei Maestri che mi hanno insegnato.”

Parto subito da una delle ultime frasi del Maestro Shirai, pronunciate nel pomeriggio di sabato 27 gennaio, alla fine di una serie estenuante di salti eseguiti dal tetragono Mirko Saffioti, nella ricerca del senso della penultima tecnica del Kata Enpi.
Il Maestro mi ha colpito tantissimo, ma stavolta in un modo diverso, sarà che anch’io sto attraversando un periodo esistenziale molto orientato alla spiritualità.
La frase diceva più o meno: “Tutto quello che vi propongo, nell’esecuzione dei bunkai kata, è il frutto delle tante interpretazioni dei Maestri che a loro volta mi hanno insegnato. È possibile anche a ottant’anni mantenere vive queste memorie, attraverso il flusso delle emozioni che hanno scatenato. Tutte le volte che qualcosa mi ha emozionato, ha generato in me una forte impressione e così è facile ricordare”.
In questa affermazione sono racchiuse tutte le struggenti sensazioni che proviamo tutti noi, allievi di vecchia data del Maestro, frequentandolo. Abbiamo conosciuto il Maestro Hiroshi Shirai giovanissimo, arcigno, tetragono, inflessibile con tutti, anche e soprattutto con se stesso. Abbiamo anche conosciuto in quel periodo il Maestro Taiji Kase, più avanti negli anni, sempre benevolo e delicato, nonostante la tremenda forza fisica. Ci hanno veicolato un messaggio diverso, ma convergente nella poliedricità di quella che alla fin fine è sempre un’Arte e, in quanto tale, soggetta alla libera interpretazione umana, pur nel rispetto della sua struttura di base.
Ora conosciamo un Maestro Shirai dolce, sorridente, disposto e disponibile all’ascolto…

“…Tutte le volte che qualcosa mi ha emozionato, ha generato in me una forte impressione e così è facile ricordare.”— M° Hiroshi Shirai

Certo, da campioni come il grandissimo Mirko Saffiotti continua a pretendere a volte l’impossibile, come ieri, nella interminabile ed estenuante successione di salti perpendicolari al pavimento di trecentosessanta gradi, nei quali questo fuoriclasse ci ha dimostrato di essere qualcosa di più di quella “macchina da guerra” che conosciamo, un essere umano con qualche limite. Tale limite sarà per lui l’ennesimo stimolo al miglioramento e di certo lo porterà ancora più in alto.
Assistendo alle lezioni del Maestro con Mirko come esecutore, ci si rende conto della loro perfetta simbiosi, quasi che le grandi doti tecniche del primo si continuino a trasferire nel secondo, in un travaso di energie trascendenti quelle di tipo strettamente fisico. A volte Mirko sembra addirittura prevenire le parole del Maestro.

Per quel che riguarda la descrizione tecnica, posso solo dire che Heian San dan, Heyan Yon dan, Bassai Dai ed Enpi, con relativi bunkai, sono stati eseguiti in circa due ore e mezza, anche questa volta in edizione arricchita e impreziosita da ulteriori dettagli. Unico rammarico, l’esecuzione forzatamente affrettata dell’Enpi completamente rivisitato, alla luce di nuove e ulteriori brillantissime intuizioni. Speriamo in una replica, il Maestro ha ingranato l’overdrive, non ci concede più le tante ripetizioni di una volta, anche questo è giusto, siamo noi che dobbiamo adeguarci a una visione completamente diversa dell’Arte.

In questa evoluzione mentale, occorre lasciarsi andare, liberandosi dal peso degli schemi appresi e lasciar fluire il più possibile le proprie doti di intuito, sintonizzandosi sulla frequenza delle vibrazioni del Maestro, che in questo caso, a loro volta, riverberano quelle di molti altri grandi personaggi del Karate Shotokan. In questo modo si può usufruire di un canale di comunicazione molto più agile e produttivo, quello delle Energie Sottili, attraverso l’Inconscio Collettivo della situazione specifica e quindi anche oltre, nel tempo.
A livello neurologico, questo processo si realizza creando una sorta di alter ego virtuale che, nel mentre si esegue la tecnica di difesa, visualizza la gestualità dell’attacco ricevuto, prevedendola onde ottimizzare la risposta effettiva. Naturalmente tutto questo genera, attraverso il noto fenomeno della Plasticità Neurologica, una nuova fitta rete di connessioni neurali in grado di modificare realmente la struttura cerebrale.

Occorre lasciarsi andare, liberandosi dal peso degli schemi appresi e lasciar fluire il più possibile le proprie doti.

Sperimento in continuazione con alcuni miei allievi di sessant’anni e oltre, questo esaltante fenomeno. Mi rendo conto dell’enorme potere rigenerante e antiossidante della pratica di elevata qualità delle Arti Marziali e in particolare del Karate Do, in quanto disciplina coinvolgente tutti gli arti considerati come ipotetiche armi. Tale pratica si arricchisce dell’elevato stimolo nervoso rappresentato dal processo ideativo e strategico della pratica del Kata Bunkai. In tutto ciò, anche il Cuore, inteso come centrale affettiva, ha un suo specifico ruolo, quello di generare e sostenere l’emozione indispensabile al mantenimento della necessaria attenzione.
Si ritorna quindi, come sempre al Ki, Ken, Tai come chiave di lettura della pratica corretta, al quale mi sento di dover aggiungere, almeno per quel che mi riguarda, la parola Kokoro.
Si ringrazia l’amico di vecchia data M° Bernardino Sossi, per la cortese e impeccabile ospitalità nella sua splendida palestra di Lavinio.
Si ringraziano anche i Maestri Ceruti, Torre, Di Mauro e Saffioti, ottimi come sempre nella pratica, e gli amici dell’Umbria e della Campania intervenuti numerosamente.

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