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50 anni dentro un sogno

Una grande festa per i 50 anni di attività dell’Associazione dilettantistica Ren Bu Kan del M° Michielan.

Redazionale

Sono stati l’occasione per una grande festa i cinquant’anni di attività dell’Associazione dilettantistica Ren Bu Kan che, domenica 7 ottobre 2021, ha riunito oltre trecento persone, amici vecchi e nuovi, alla Filanda Motta di Campocroce in provincia di Treviso, la città dove il suo nome è diventato l’emblema stesso del karate.
Dal 1971 patron e fondatore della Ren Bu Kan è il Maestro Ofelio Michielan, 7° dan FIKTA, che tuttora insegna affiancato da tempo dal figlio Davide.
Riportiamo alcuni passaggi del discorso con il quale il Maestro ha ripercorso le tappe principali di questo lungo viaggio e che scandiscono gli incontri significativi con quanti lo hanno accompagnato nella pratica del karate. 

REN BU KAN, “Casa dove si praticano le arti marziali con spirito positivo”.

 In questi cinquant’anni di pratica sono passate dalla nostra palestra tantissime persone: bambini di tutte le età, ragazzi, adulti, agonisti, amatori e tutti hanno concorso a far diventare la Ren Bu Kan quella grande comunità che è oggi.
Per noi sono stati anni di pratica e di incontri speciali. Temporalmente il più lontano è stato quello con il mio primo Maestro, Piero Zaupa. A lui devo il nome REN BU KAN, “Casa dove si praticano le arti marziali con spirito positivo”, e il mio grande amore per questa disciplina. Lo ricordo come un maestro esigente e tecnicamente impeccabile, con cui fondai il nucleo originario del dojo: iniziammo con dodici ragazzi in un piccolo magazzino col pavimento in piastrelle e con una porta in lamiera. 

Poi è stato fondamentale l‘incontro con il Maestro Shirai, le sue lezioni sono sempre state un misto di fatica, timore e rispetto, un’immersione nell’allora quasi sconosciuta cultura orientale.
Ancora oggi è il mio Maestro, dal quale vado una volta al mese a Milano, per allenarmi e imparare.
Tuttora è un grande e illuminato ricercatore, che ha davvero percorso la VIA marziale giapponese e che ringrazio profondamente per tutto ciò che mi ha insegnato.
Assieme al suo non posso non ricordare un altro prezioso incontro, quello col M° Kase che, nonostante la sua fama mondiale, era una delle persone più semplici e modeste che io abbia conosciuto.

Per quanto riguarda l’attività della nostra associazione, la prima tappa significativa fu proprio la prima gara che organizzammo a Treviso nel ’72.
Ricordo che era tutto pronto o, meglio, credevamo lo fosse, quando iniziarono ad arrivare i Maestri, tra cui lo stesso Shirai che, appena entrato in palestra mi chiese se avessimo tutto l’occorrente per la gara e, in particolare, le tabelle numerate per il kata… Panico, non le avevamo! Per cui il Maestro, senza scomporsi, con gli atleti già pronti per la gara e il palazzetto gremito di spettatori, disse “Niente tabelle? Si va tutti a casa”.
Dall’attacco d’ansia che mi colse mi salvò il Maestro Baleotti, che mi sussurrò sornione nell’orecchio che le tabelle le avevano portate loro da Milano, immaginando già la dimenticanza di chi, pur mosso da grande passione, era però ancora agli inizi dell’esperienza. Fu così ci salvammo dal “disastro”, ma da allora per le competizioni successive non mancò più niente e, col tempo, riuscimmo a costruirici una buona professionalità.

Poi ci sono i numerosi incontri avvenuti in occasione delle gare, dei primi titoli italiani di kumite individuale e, a seguire, quelli con la prima squadra di kata, composta da Romeo Pianon, Francesco Zanon e da me, e poi con la squadra di kumite, dove eravamo in sei: Francesco Zanon, Romeo Pianon, Roberto Rigoli, Fabio Monica e Remo D’Ambrosio.
Oltre a loro, che furono i pionieri dell’agonismo della nostra palestra, abbiamo avuto nel tempo tanti ragazzi che sono diventati campioni mondiali ed europei, vincendo numerosi titoli nazionali e che ringrazio di cuore per il loro impegno.
Oggi, alle nuove generazioni della squadra agonisti della Ren Bu Kan auguro che presto possano raggiungere i traguardi del passato.

Fondamentale l’incontro con il Maestro Shirai, le sue lezioni sono sempre state un misto di fatica, timore e rispetto.

In particolar modo ringrazio poi quegli allievi e amici che, a loro volta, sono  diventati maestri e fondandatori di altrettante Associazioni.
È anche in virtù del loro impegno nel divulgare sul territorio il karate, se Treviso oggi è diventata un crocevia internazionale di questa disciplina. A loro va tutta la mia stima e gratitudine.
Fondamentali anche i miei allievi di sempre: i Senpai che sono con me da oltre quarant’anni e ai quali devo la mia continua ricerca. Per me rappresentano uno stimolo costante, uno sprone ad allenarmi e ad aggiornarmi nei nostri immancabili allenamenti settimanali. Mi auguro di averli al mio fianco ancora per anni!
A loro associo e ringrazio gli incontri speciali con tutti gli insegnanti che ci hanno aiutato nell’attività. Con gli “amatori”, che puntualmente vengono a “sudare”, non per le competizioni, ma solo per se stessi, felici dei benefici che traggono dal praticare il Karate. Con i genitori, che ringrazio per la fiducia dimostrata affidandoci il bene più prezioso, i loro figli. Mi auguro che siamo stati e continueremo a essere, in piccola parte, un supporto educativo per i ragazzi e le famiglie. 

È grazie a tutti questi incontri e alla mia famiglia che il percorso della Ren Bu Kan nella pratica del karate ha potuto realizzarsi e proseguire per tutti questi anni, portandoci fin qui, come in un sogno che si è realizzato.
La ragione che mi spinge a continuare ogni giorno è proprio il fatto che questa disciplina ancora oggi mi piace, mi diverte e mi fa star bene con me stesso. Per tutto ciò, dopo cinquant’anni, porto avanti la mia attività con la consapevolezza dell’uomo adulto e l’entusiasmo del bambino. 

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