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Karate e allenamento funzionale: i benefici sui bambini – Parte 1

Karate e allenamento funzionale: i benefici sui bambini – Parte 1

Nonostante l’attività di allenamento funzionale venga spesso abbinata a quella agonistica, è bene non trascurare una corretta ed equilibrata preparazione atletica sin da piccoli.

Che siate fra coloro che vedono nell’allenamento funzionale un nuovo strumento utile e complementare al karate, o siate sostenitori del karate tradizionale alla “vecchia maniera” (termine tanto utilizzato quanto indefinito), cambia poco. Che lo vogliate o no l’allenamento funzionale è presente nel karate da sempre, sin dai tempi dei maestri Gichin Funakoshi prima e Anko Itosu successivamente.
Fatta questa affermazione (e provocazione), e quindi catturata la vostra attenzione, è giusto entrare nel significato di allenamento funzionale o functional training per chi preferisce gli anglicismi.

Programmi di allenamento definiti e metodi specifici per lo sviluppo della forza o della velocità.

L’allenamento si definisce funzionale quando è progettato affinché funzioni per un determinato obiettivo.
Detto questo, per fare un esempio, se consideriamo il combattimento come obiettivo finale di un’arte marziale, non è sbagliato definire l’utilizzo del makiwara come un allenamento funzionale al kumite.
Anche la pratica del kata può essere considerata un allenamento funzionale per lo sviluppo di determinate abilità utili al kumite come la forza e la velocità, interiorizzare i movimenti e affinare la tecnica.
Oggi l’allenamento funzionale si è arricchito, grazie agli sviluppi scientifici degli ultimi anni, con programmi di allenamento definiti e metodi specifici per lo sviluppo della forza o della velocità. È possibile fare lavori mirati sulla forza massimale, sulla forza resistente o su quella esplosiva. Tutti elementi indispensabili per chi, come me, sostiene che un karateka deve allenare la parte marziale, storica e filosofica del karate, ma deve anche avere cura della propria condizione atletica.

Nonostante l’attività di allenamento funzionale venga spesso abbinata a quella agonistica, quindi praticata da adolescenti o giovani adulti, è bene non trascurare una corretta ed equilibrata preparazione atletica sin da piccoli.
Pensare di iniziare a introdurre esercizi funzionali, con carichi elevati e ripetizioni intense, a un pre-agonista quattordicenne che in diversi anni di pratica non ha mai fatto nulla di simile, è come costruire un edificio robusto su un terreno instabile.
L’allenamento funzionale per i bambini può essere programmato e strutturato in due modalità: funzionale per la prestazione, cioè per uno sport specifico (nel nostro caso il karate), oppure funzionale complementare. Per “complementare” si intende un programma di allenamento che non serve alla prestazione specifica, ma all’equilibrio generale del ragazzo, che sviluppi tutte le competenze motorie e la multilateralità.
Mentre l’allenamento in funzione della prestazione è indispensabile a breve termine, soprattutto in preparazione delle gare; nei periodi di transizione, lontano dalle competizioni, possiamo allenare la parte complementare.

È bene non trascurare una corretta ed equilibrata preparazione atletica sin da piccoli.

L’introduzione di un programma di allenamento funzionale nei bambini e, se necessario, l’aumento delle ore di allenamento, sono resi necessari anche per il fatto che non c’è più attività motoria nella vita quotidiana. Mentre una volta esisteva l’attività sportiva spontanea, quella fatta in cortile o al parco, oggi questa parte “complementare” allo sport è sparita.
Parlando sempre di età giovanile, è bene ricordare che lo sforzo in allenamento deve essere bilanciato allo stile di vita, alle abitudini alimentari e naturalmente alle capacità di ogni singolo bambino. Ogni programma funzionale deve essere flessibile, considerando che nel gruppo possono esserci bambini della stessa età, ma con un processo di crescita diverso.
Nel prossimo articolo vedremo su quali basi impostare un corretto programma di allenamento funzionale nei bambini, l’intensità di allenamento, come coinvolgere in modo continuativo e costante tutte le catene muscolari e i tre piani di lavoro e, infine, la possibilità o meno di utilizzare pesi nei programmi di allenamento con i più giovani.

(Continua)

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