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Corso arbitri Fikta Lombardia

Corso arbitri Fikta Lombardia
Foto di Fabrizio Bagnoli

Spero che questo mio scritto sulle nuove norme FIKTA, possa essere oggetto di confronto e di dialogo costruttivo.

Sabato 19 dicembre 2020 si è tenuto un incontro del Corso on-line di arbitraggio per tutti gli arbitri della Lombardia. Nell’occasione il Presidente del Comitato Regionale Lombardo il Maestro Gabriele Loffredo ha portato i suoi personali saluti di buone feste agli arbitri e ai tecnici presenti. Ha invitato tutti a essere pronti per quando si potranno riaprire le attività su tutto il territorio lombardo e nazionale. L’intervento del Presidente Loffredo è stato molto apprezzato, erano dieci mesi che non appariva in pubblico per motivi di salute, e non posso nascondere che ci sono stati attimi di vera e propria commozione da parte dei presenti.
L’incontro era aperto a tutti gli arbitri e ai tecnici che volevano conoscere le nuove norme arbitrali che sono state adottate dalla FIKTA per le prossime manifestazioni sportive. Questo nuovo regolamento è adottato in via sperimentale e presenta alcuni nuovi passaggi. 

Questo mio scritto è da interpretare come uno stimolo al confronto e alla crescita di noi tutti.

Premetto che l’interpretazione che segue è del tutto personale (Carlo Rocco, Arbitro Internazionale, Responsabile Arbitri Lombardia, Membro Commissione Nazionale Arbitri Fikta) ed è una sintesi di ciò che è riportato nel documento ufficiale divulgato dalla Federazione, quindi, questo mio scritto è da interpretare come uno stimolo al confronto e alla crescita di noi tutti che operiamo nel mondo dell’arbitraggio e delle gare di Karate Shotokan Tradizionale.
Di seguito trovate un riassunto “stringato” di ciò che si è trattato nell’incontro. Alcuni sono articoli nuovi, altri sono articoli che già esistevano nel precedente regolamento, ma che ho voluto riportare lo stesso, perché spesso vengono trascurati nonostante la loro importanza.

Prima di tutto si è focalizzata l’attenzione sulla premessa di queste nuove norme. Sono i principi fondamentali della tecnica del Karate che noi pratichiamo e che possiamo sintetizzare nei seguenti concetti: Finishing Blow, Kime, Zanshin, Shin Ki Tai e Hara. Rimando ognuno dei lettori a rivedere tali concetti, che riassumono i requisiti essenziali della tecnica del Karate do Tradizionale e che, per motivi di spazio, non descrivo qui. Non vorrei sembrare irriverente, ma sono partito proprio da ciò che caratterizza il nostro Karate, ciò che ci identifica e che ci differenzia da coloro che praticano un Karate Sportivo (Fijlkam). Penso di non aver esagerato, noi siamo depositari del Karate Tradizionale, è nostro compito continuare a divulgare e diffondere il Karate che ci viene trasmesso dal Maestro Shirai e da tutti gli altri maestri della Federazione. Anche l’arbitro è “depositario” di queste conoscenze che deve far rispettare durante le gare e che devono essere il sicuro riferimento per  qualsiasi suo giudizio. 

Detto questo, si è chiarito che la gara è uno degli aspetti del Karate Tradizionale e che serve, come per gli allenamenti, “al miglioramento della propria persona” (art. 1 del Titolo I – Norme Generali).
Dopo si è spostato il discorso sull’analisi dei ruoli delle persone che interagiscono nel campo di gara: gli arbitri (e i Presidenti di giuria), il medico, gli atleti, i coach.
Riguardo agli arbitri: la loro presenza e le loro decisioni sono garanti della realizzazione e della buona riuscita della gara tramite il rispetto delle regole e che i loro giudizi “se non infrangono il regolamento sono inappellabili” (art. 3.1 del Titolo I – Norme Generali).
Riguardo il medico:il giudizio dei medici è insindacabile e, durante gli incontri, solo gli arbitri rappresentano i loro referenti”. Anche questo è molto importante chiarirlo tra di noi, il medico valuta l’entità del danno e l’arbitro valuta come si è svolta la dinamica e come si è sviluppata la tecnica. Non ci devono essere “invasioni di campo” e il giudizio del medico è insindacabile (contatto leggero, medio, pesante o eventuale Doctor Stop) e va rapportato al tipo di dinamica (chi ha subito il danno avanzava, stava fermo o retrocedeva) che è di competenza della pool arbitrale.

Sugli atleti c’è un articolo che potrebbe risultare una novità:tutti i concorrenti dovranno indossare un Karate-gi bianco e pulito, avere una cintura bianca e una rossa da indossare insieme a quella del proprio grado secondo la necessità” (art. 5.5 del Titolo I – Norme Generali). Questo potrebbe voler dire che tutti gli atleti devono avere a disposizione una loro personale cintura bianca e una personale cintura rossa che va indossata sopra alla cintura che definisce il suo grado (es. nera). In sostanza come ogni atleta ha le proprie protezioni (paradenti, guantini ecc.) avrà anche le proprie cinture, che indosserà per poter svolgere la sua gara. Come ultima considerazione ogni atleta indosserà contemporaneamente due cinture, quella nera e quella bianca o rossa.
Riguardo i coach è importante ricordare: “Il coach, in tuta sociale, dovrà posizionarsi nel luogo assegnatogli dall’Arbitrator, non potrà intervenire per aiutare il proprio atleta, né con gesti né con parole, una volta che questi è entrato nell’area di gara mantenendo un comportamento consono al karate Tradizionale” (art. 6.1 del Titolo I – Norme Generali). Interessante è la figura del coach che con il suo comportamento è da esempio per un atleta e quindi è bene che rispetti le regole sopra citate: presentarsi in tuta sociale, non incitare il proprio atleta e non suggerire le tecniche da eseguire.

Portiamo l’attenzione sul Titolo II – Kumite Capitolo 1 – Norme Generali, dove troviamo un interessante articolo che dice: “Se il tempo regolamentare termina senza la determinazione di un vincitore, l’arbitro Centrale chiederà l’Hantei (giudizio). In tal caso, i Giudici d’Angolo dovranno dare la loro valutazione considerando quanto segue: i Wazaari ottenuti, il numero degli attacchi portati, i Wazaari potenziali annullati, la tattica e la strategia adottate, il comportamento” (art. 9.3 Soremade).
In realtà questo articolo c’è sempre stato, solo che negli ultimi decenni non è stato mai applicato. È un invito a noi arbitri a essere più attenti e a non emettere un giudizio di parità automaticamente senza tener conto delle voci sopra citate. Proprio per avvalorare quanto detto nell’articolo che tratta il Kettei Sen troviamo: “Le sanzioni e i jogai subiti durante l’incontro dovranno essere considerati nel Kettei Sen” (art. 9.4 Kettei Sen). Questa è una novità, vuol dire che le tutte le ammonizioni sono riportate nel minuto extra time. In sostanza, all’atleta più corretto (meno sanzionato), o che si è costruito più situazioni che hanno messo in difficoltà l’avversario (jogai), tutto ciò gli viene riconosciuto e quindi mantenuto come punto di partenza per il Kettei Sen.   

In merito alla valutazione di una tecnica è interessante l’articolo 11 – Valutazione della tecnica –: “Durante una competizione di Karate Tradizionale gli Arbitri sono chiamati a riconoscere in maniera obiettiva, imparziale, tempestiva e dignitosa l’esecuzione di una tecnica che rispetti i requisiti essenziali indicati nella Premessa e che portata nel tempo giusto e nella distanza giusta viene riconosciuta come tecnica valida. Per riassumere, una tecnica valida deve avere in maniera almeno sufficiente i seguenti requisiti: Kime, Giusta Distanza, Giusto tempo, Zanshin, Atteggiamento Marziale (vigoria fisica e controllo), Forma”.
Mi soffermo soprattutto su quest’ultimo: la forma. Questo parametro non è appannaggio solo del Kata, appartiene anche al Kumite. È ovvio che per “forma” si intende la posizione che mi permette, usando la giusta dinamica e la giusta transizione, di poter eseguire la tecnica di Karate do Tradizionale in modo corretto secondo i requisiti contenuti nella Premessa e nell’articolo 11. Giusto per ricordare che non basta portare pugni e calci in qualche modo. Come già detto, le tecniche del Karate-do Tradizionale hanno dei requisiti ben precisi.

Nell’articolo 11.3 “Nel caso di un’azione di combattimento dove nessun arbitro rileva tecniche valide o altro, l’Arbitro Centrale non deve interrompere il combattimento a meno di voler fornire, supportato dai Giudici d’angolo, un feedback dell’azione degli atleti.
Anche in questo caso, se escludiamo un eventuale contatto rilevato solo dall’Arbitro Centrale, quest’ultimo non può fermare il combattimento per una presunta tecnica valida giunta a buon fine secondo la sua visuale. Questo vuol dire che l’incontro può essere interrotto dall’Arbitro Centrale solo se c’è un riscontro da parte dei Giudici di sedia. Lo stesso discorso, al contrario, vale per qualsiasi altro tipo di segnalazione: per esempio per Ate o Kinshi ecc. dove l’Arbitro Centrale è tenuto a interrompere l’incontro (art. 17.6 – Ate).

È nostro compito continuare a divulgare e diffondere il Karate che ci viene trasmesso dal Maestro Shirai.

Nell’articolo 12  che riguarda i bersagli troviamo che: “I bersagli consentiti sono i seguenti: Jodan: tutta la testa, fatta esclusione della gola (il contatto viene, comunque, sanzionato)”; (omissis).
È importante precisare che tutta la testa è un bersaglio (anche la nuca), purché tutte le tecniche valide vengano eseguito con il dovuto controllo. Solo la gola è un bersaglio vietato, come le giunture delle articolazioni (inguine, ginocchia, caviglie ecc.) e si sanziona con Kinshi. 

Nell’articolo 14.1 dove vengono riportate le “famiglie” delle varie sanzioni troviamo che in una di queste non è più presente il Tento (la caduta), sia che sia procurata, sia che sia casuale.
Il Jogai deve essere sanzionato con: Jogai Ikkai (alla prima uscita), Jogai Nikkai (alla seconda uscita) e Jogai Sankai (alla terza uscita) insieme all’Hansoku (art. 16.1). Quindi, il Jogai non si somma più al Tento perché quest’ultimo non esiste più. Continuano invece a sommarsi le sanzioni relative all’altra famiglia (Contatto, Mushi, Chui Mushi, Fukei, Tsukamu, Kinshi, Moda, Muno, Mubobi). Rimane invariato il fatto che le sanzioni delle due “famiglie” non si devono sommare. 

Nell’articolo 15: “l’Avvertimento verbale non è previsto. È data la possibilità al Sushin (Arbitro centrale) di ricorrere all’Avvertimento Verbale valutandone l’opportunità secondo la tipologia di gara (promozionale, dimostrativa ecc.) e il livello tecnico dei partecipanti (1° Kyu e 1° Dan). L’Arbitro Centrale può ricorrere all’Avvertimento Verbale per avvisare agli atleti solamente alla prima infrazione”. Anche questo è molto chiaro, l’avvertimento verbale non esiste, salvo che la gara sia di tipologia promozionale o dove gareggino atleti che non hanno un’esperienza agonistica consolidata.

Negli articoli 17.2, 17.3 e 17.4 ci sono le norme che regolarizzano la partecipazione dopo le sanzioni relative ai Chui diretti e agli Hansoku.
Sono materia interessante per i Tecnici che portano i loro atleti alle gare e soprattutto i Presidenti di Giuria che sono incaricati di controllare le sanzioni a carico di un atleta e di verificare se possono proseguire o meno a gareggiare in una manifestazione.
Articolo 17.2 – Squalifica per Somma di Chui Diretti –. L’atleta sanzionato con quattro Chui Diretti sarà sanzionato con Hansoku e l’interdizione da qualsiasi gara che preveda il Jiyu Kumite di quella manifestazione.
Articolo 17.3 – Hansoku per Somma di Ammonizioni –. L’atleta sanzionato con la penalità Hansoku per somma di ammonizioni per Contatto, Kinshi, Modà nel Jiyu Kumite non potrà essere ripescato e continuare la gara/specialità; potrà invece gareggiare in altre specialità che prevedono il Jiyu Kumite (Kumite a squadre, kumite individuale, Fukugo).
Articolo 17.4 – Hansoku diretto L’atleta sanzionato con hansoku diretto, per Contatto, Moda o Kinshi, non potrà più gareggiare nella manifestazione in corso in alcuna specialità che prevedono il Jiyu Kumite. 

  • Se un atleta viene sanzionato con due hansoku diretti nello stesso anno sarà squalificato per un anno a partire dalla data della manifestazione in cui sta gareggiando; 
  • Se un atleta è recidivo, la Commissione Superiore potrà reiterare la sanzione prolungando il periodo di squalifica a sua discrezione, considerando tutto quanto è necessario. 

Degni di nota anche gli articoli che riguardano la possibilità di proseguire la gara in caso di vittoria o di sconfitta per Hansoku o interruzione medica.
17.7 L’atleta che ha subito un contatto e vince l’incontro per squalifica dell’avversario per Hansoku Diretto, in seguito a decisione Arbitrale e non del Medico (Doctor Stop), non avrà bisogno dell’autorizzazione medica per proseguire.
17.8 L’atleta che vince per squalifica dell’avversario in conseguenza a un Doctor stop avrà bisogno di un certificato di idoneità per continuare la gara.
17.9 L’atleta che subisce 2 contatti, che decretano 2 Hansoku Diretti per contatto eccessivo all’avversario, non potrà più proseguire qualunque tipo di gara di kumite nella manifestazione in corso.
17.10 L’atleta che subisca 2 Interruzioni Mediche non potrà più proseguire qualunque tipo di gara di Kumite nella manifestazione in corso e avrà bisogno di un nuovo certificato di idoneità per partecipare. 

Interessante è interpretare l’articolo relativo alle tecniche proibite.
Art. 18 – Tecniche e azioni proibite –.
Sono proibite le seguenti tecniche e le azioni qui di seguito elencate:
Shuto, Haito, Seiryuto, Nukite, Washide, Ippon Ken, Hiraken, Kumade, Enpi Uchi, Kakato Geri, Hittsuigeri, Tobigeri.
Come si può notare, non sono riportate tecniche quali: lo Yokogeri e il Tate Zuki. Tecniche che nelle ultime competizioni, prima della chiusura per Covid, sono state usate di frequente da parte degli atleti. Se le due tecniche citate sono portate con la dinamica corretta, alla giusta distanza e con il giusto controllo, a mio parere, non ci devono essere dubbi nell’assegnare il punto.    

Buttiamo un occhio al ruolo dell’Arbitrator (Kansa), il quale molto spesso viene erroneamente sottovalutato.

L’Arbitrator deve:

  • Seguire le fasi di ogni incontro e intervenire immediatamente, tramite l’Arbitro Centrale, in caso di accertamento di violazioni alle norme arbitrali. 
  • Dare la propria opinione, se appositamente interpellato dall’Arbitro Centrale (in tal caso si alzerà, e la sua opinione varrà come quella degli altri Giudici). 
  • Annotare i punteggi e le sanzioni di ogni incontro, usando le sigle indicate e secondo l’esempio di compilazione del verbale in Appendice C, supportando in tal modo le registrazioni dei Presidenti di Giuria (in caso di discordanza, è valido il punteggio dell’Arbitrator). 
  • Osservare se durante la gara si verificano casi di incompetenza o di favoritismi da parte di qualche Giudice, in tal caso, chiederà all’Arbitro Centrale di richiamarlo ufficialmente. Se dopo tale richiamo, l’incompetenza e i favoritismi dovessero continuare, l’Arbitrator si rivolgerà al Responsabile degli Arbitri affinché il Giudice in questione venga rimosso. 
  • Accogliere o respingere i reclami dell’Allenatore che gli verranno presentati, per competenza, tramite il Presidente di Giuria; reclami comunque di natura tecnica e non di natura amministrativa che rimangono dei Presidenti di Giuria.

La gara è uno degli aspetti del Karate Tradizionale.

Per concludere riporto l’articolo che riguarda il giudizio dell’Arbitro Centrale.
Art. 22 – Giudizio dei Giudici –.
Le decisioni si baseranno sulla maggioranza dei voti dei Giudici, sia i Giudici d’Angolo che l’Arbitro Centrale hanno un voto ciascuno. In caso di parità l’Arbitro Centrale ha a disposizione un voto aggiuntivo e arriverà alla decisione finale seguendo lo schema indicato nella Tabella Riferimento Decisione Arbitrale in Allegato 1. 

Ciò che ho riportato è uno stralcio delle nuove Norme Arbitrali che regolamenteranno, in via sperimentale, le prossime manifestazioni sportive della FIKTA.
Spero che questo mio scritto possa essere oggetto di confronto e di dialogo costruttivo nella nostra “grande famiglia”, soprattutto da parte di coloro che operano nel settore arbitrale, con la speranza di rivederci presto. Oss! 

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