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Proposta didattica: la larghezza di una zenkutsudachi

Proposta didattica: la larghezza di una zenkutsudachi

In uno spazio condiviso tra istruttori, alcuni suggerimenti per l’insegnamento di tecniche di karate.

Come istruttore di karate ho pensato che sarebbe bello creare una “rete” fra istruttori, libera ovviamente, dai recinti di stile e ambiti federali. Una rete che ci permetta di far fronte ai problemi tipici e ricorrenti delle nostre lezioni serali con soluzioni nuove e soprattutto semplici: “Il mio allievo durante le tecniche di pugno allargava i i gomiti… Ho risolto così!” oppure “La mia atleta aveva le spalle tese… con questo esercizio è migliorata!” ecc.
Così, ho trovato questo spazio in KarateDoMagazine dove, in qualità di tecnici, potremo scambiarci idee e intuizioni frutto della nostra pratica quotidiana di insegnanti di karate, con questo semplice obiettivo: problema tecnico > soluzione che stimoli l’allievo su quell’argomento.
La proposta dovrebbe essere:

  • Efficace = problema risolto o notevolmente ridotto.
  • Efficiente = mi è costata poca fatica, poco tempo, il singolo e il gruppo ne hanno beneficiato.

Aspetto i vostri suggerimenti per questa rubrica tecnica a didatticakarate@gmail.com  

Inizio condividendo con voi una possibile risposta che ho trovato su questo argomento la larghezza di una zenkutsudachi nel principiante.
Gli esercizi che propongo hanno come scopo che l’atleta arrivi e si fermi in una zenkutsudachi riducendo la probabilità che sia troppo larga o, spesso, troppo stretta.
Immaginiamo, quindi, l’arrivo in zenkutsudachi come un parallelepipedo, cioè un rettangolo tridimensionale.

Fig. 1

Una semplice zenkutsudachi (fig.1) statica per principianti è:

  • Alta X
  • Larga Y
  • Lunga Z

Oggi ci concentreremo sulla larghezza Y della posizione.
Errore di un principiante (ma non solo…) è quello di arrivare a costruire una zenkutsudachi o troppo stretta, con i piedi sulla stessa linea o, meno frequentemente, troppo larga, oltre la larghezza delle anche.
La questione è meno intuitiva di quello che si potrebbe pensare, perché mentre normalmente camminiamo in linea retta, in zenkutsu è necessario fornire dello spazio dx-sx affinché le anche possano sistemarsi fisiologicamente in posizione abbassata.
Una soluzione che stimola a ricordarsi di allargare i piedi all’arrivo è quella di numerare da 1 a 4 le possibilità di arrivo del piede una volta terminata la zenkutsudachi.
1= ANT SX
2= ANT DX
3= POST DX
4= POST SX
Il percorso da 1 a 4 segue il senso orario (fig. 2)

Fig. 2

Partendo dal punto X in cui i piedi sono uniti, caviglie-ginocchia-anche flesse, invitiamo i nostri allievi a percorrere in senso orario le 4 zenkutsudachi dell’esercizio, mettendo i piedi all’interno dei 4 cerchi che abbiamo predisposto per loro.
Fra un cerchio e l’altro si deve sempre tornare alla X.
Tra il cerchio 2 e il 3 è previsto un piccolo twist, perché è il piede dx a muoversi per 2 volte consecutive. Spesso inserisco poi delle variazioni con le braccia, parata, oitsuki, anche maegeri, che rendono il tutto più complicato, ma anche più coordinativo. Il Ten No Kata del Maestro Funakoshi potrebbe essere collegato a questo esercizio. 

Esempi:

  • Sempre la stessa parata x 4 volte.
  • Le 4 parate fondamentali, una per ogni cerchio. 
  • Solo oitsuki.
  • Solo gyakotsuki.
  • Parata e contrattacco.
  • Maegeri juntsuki cerchio 1, cerchio 2 / ushirogeri gyakotsuki cerchio 3, cerchio 4.
  • … e così via.

Dopo che si sarà fatta una buona pratica con quest’esercizio, allora, inserendo il passo avanti, basterà riportare alla memoria il numero del cerchio affinché il piede si sposti nella direzione desiderata. Ecco che il principiante non farà “un passo avanti”, ma metterà il piede verso l’esterno cercando il cerchio 1 oppure 2 visualizzandoli all’interno di sé.
Ancora più interessante e ricco di soddisfazioni è vedere il passo all’indietro. Essendo ovviamente cieco l’appoggio del piede dietro, è consuetudine correggere gli allievi dicendo “allarga il piede dietro” ecc. Riportando alla mente l’esperienza di avere avuto un cerchio dietro è sufficiente che l’allievo si fermi con i piedi uniti nel punto X e poi ricordargli “Metti il piede nel cerchio 3”, per vedere il suo piede dx arretrare e allargarsi in maniera soddisfacente sia per l’atleta e il suo corpo, sia per le corde vocali dell’insegnante! Provate e poi mi direte.

Se qualche istruttore ha avuto una soluzione mista fra intuizione ed esperienza per un determinato problema tecnico, mi contatti, lo condivideremo volentieri qui on line e a disposizione di tutti.
Prima del creative commons, del wiki, di ubuntu, nelle arti marziali c’è sempre stato il principio Jita Kyoei!

Scrivetemi le vostre intuizioni a: didatticakarate@gmail.com

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