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Heart Cup 2016. Treviso capitale del karate, verso il mondiale 2017.

Per un evento all’insegna del cuore, 480 bambini e 820 adulti si sono cimentati nelle prove di kata e kumite nel weekend del 16-17 aprile al Pala Cicogna di Ponzano Veneto (TV).

L’ASD REN BU KAN Treviso ha organizzato la terza edizione di “Heart Cup”, una gara internazionale di karate, svoltasi il 16-17 aprile presso il Pala Cicogna di Ponzano Veneto a Treviso.
L’evento è stato preceduto il 15 aprile da una conferenza stampa tenutasi al Comune di Treviso, tra i magnifici affreschi medievali di Palazzo Rinaldi, nel centro storico della città. Il M° Ofelio Michielan promotore e ideatore della manifestazione, nonché Assessore allo sport di Treviso, ha presentato l’evento ricordando, tra l’altro, che “Il Karate germoglia momenti di pace”.

INCLUSIONE è stata la “parola d’ordine” dell’evento, quella che sta alla base della sua nascita e che più è ricorsa durante il suo intero svolgimento, a riassumere e a sintetizzarne la filosofia di fondo. Di fatto l’intento di questa manifestazione, a cadenza biennale, è soprattutto quello di realizzare una gara aperta a tutti, sia per età, dai sei anni in su, sia per provenienza geografica, in quanto alla competizione possono partecipare atleti provenienti da tutti i Paesi del mondo e appartenenti alle diverse Federazioni di Karate. In questa edizione, oltre che da numerose regioni italiane, sono arrivati da Slovenia, Svizzera, Romania, Sri Lanka e Israele.
Come sempre la “Coppa del cuore” si è anche impegnata a supportare dei progetti benefici, per cui parte dei proventi sarà devoluta alla GIKO, associazione no-profit fondata da grandi Maestri di karate e impegnata principalmente nella realizzazione di diversi progetti a sostegno dei bambini nei Paesi a Sud del mondo.

Degne di nota anche le cifre della gara: un centinaio le società italiane ed estere presenti; circa 1300 atleti, 480 bambini e 820 adulti; 130 ufficiali di gara e diverse centinaia di accompagnatori; per un totale di 2000 persone. Per la Ren Bu Kan una prova generale in vista della preparazione del MONDIALE WSKA previsto per il 23-24 settembre 2017 a Treviso.
L’inizio ufficiale della gara è stato dato alla mattina di sabato 16 aprile alle ore 9.30. Dopo il discorso di apertura e il saluto agli atleti, cui ha presenziato anche il M° Rino Campini, si sono avviate le competizioni di kata e kumite individuali, maschile e femminile.
Domenica 17 la manifestazione si è aperta con una coreografica cerimonia presenziata dal Presidente della Fikta il M° Gabriele Achilli. Dopo le gare a squadre del mattino, il pomeriggio ha visto i tatami affollati da una moltitudine di bambini, che si sono impegnati nell’esibizione dei kata sotto lo sguardo di attentissimi giudici, ma anche sotto quello partecipe, dagli spalti, di molti genitori. Erano ben 10 i tatami sui quali si sono confrontati i praticanti, coordinati da un’ottima organizzazione che ha messo in campo numerose persone per lo staff.

LE VOCI DI ALCUNI ATLETI IN GARA

Fabio Cuscona (Yama Karate Club Milano) al 1° posto del podio per il kata, categoria seniores nera, così commenta la manifestazione: “Questa è una gara che io generalmente non faccio, perché facciamo gare con dei kata prestabiliti o a sorteggio, mentre qua sono 5/6 turni dove in ognuno bisogna cambiare kata e questo non è facile, non sapendo quasi mai quanti turni dobbiamo fare. Però è interessante, perché è un metodo diverso: si entra uno alla volta sul tatami e poi si da la vittoria. Mentre normalmente si entra in due a eseguire lo stesso kata e poi sono gli arbitri a dare la votazione. Comunque sono tornato, dopo aver partecipato due anni fa, proprio perché è una gara diversa dal solito ed è bello poter cambiare e fare così più esperienza. Prossimo appuntamento sono i Regionali e spero di ritornare qui anche per il Mondiale 2017”.

Patrizia Bello (ASD Taizan Milano), anche lei ha conquistato il 1° posto kata individuale seniores nera, dimostrando perfettamente come si possano conciliare maternità recente e impegno sportivo ad alto livello: mentre la mamma vince, il figlio di 15 mesi dorme beatamente nel passeggino a bordo tatami, nonostante la confusione e il rumore di fondo tipici di un palazzetto gremito. “È la prima volta che faccio questa gara e che quindi vedo questo regolamento, per cui è stata una gara molto dura e combattuta perché non è facile cambiare kata a ogni turno e rimanere sempre concentrata pur avendo diversi obiettivi da raggiungere in ogni kata. Non è cosa da poco, anche per l’alto livello delle mie avversarie. Ho portato per ultimo il kata Unsu che è il più difficile per me e che non porto mai in finale, ma stavolta mi ero ripromessa di eseguirlo fossi arrivata all’ultimo turno. Devo dire che la maternità non mi ha ostacolata più di tanto e fortunatamente sono riuscita a riprendere gli allenamenti subito dopo la nascita di mio figlio e, anche se è dura riprendere dopo un bimbo, è sicuramente un grande stimolo in più e sono contenta, a trentuno anni questo mi da molta carica”. 

Giovanni Guidetti (Nakayama Reggio Emilia) dopo aver conquistato il 1° posto del kumite individuale seniores nera +75, parla con entusiasmo della manifestazione: “Io sono già venuto alla prima edizione della Heart Cup, che trovo sia una gara molto bella e molto ben organizzata, con una grande partecipazione di atleti. Tutti motivi che mi hanno convinto a tornare anche quest’anno, in quanto c’è una bella bagarre e perciò si compete volentieri, inoltre, il livello dei partecipanti è alto”.

Carlotta Prete (Yama Karate Club Milano) 1° posto kumite individuale seniores nera -55: “Sono contenta e soddisfatta del mio risultato nel kumite. Questo mi ha aiuta anche a ‘rompere il ghiaccio’ visto che domenica dobbiamo cimentarci con la squadra sia nel kata sia nel kumite, sono più fiduciosa e spero che ci vada altrettanto bene. Sono contenta di essere per la seconda volta alla Heart Cup che è una gara importante, internazionale, organizzata sempre bene, anche a livello informativo. Poi ci sono tantissimi atleti e per noi è una buona occasione di riscontro per quello che facciamo durante l’anno. Ma mi piace anche per lo spirito di apertura e di accoglienza, oltre che per la finalità benefica di sostegno. Questo non è solo un tema attuale, ma dà un senso anche a quello che noi atleti facciamo”.

Beatrice Anghel (Master Club Karate Vercelli) ha raggiunto con apparente “facilità” il 1° posto kumite individuale juniores +50. Quando la si vede sul tatami, questa giovane atleta che ha già conquistato 2 ori ai Mondiali WSKA sia nel kata, sia nel kumite individuale, colpisce il pubblico per la capacità di concentrazione e di controllo. In ogni incontro le ci sono voluti pochi minuti per raggiungere la vittoria. “Ho iniziato a praticare da quando avevo otto anni e sono contenta del percorso che ho fatto finora. Al momento sto cercando di prepararmi al meglio per i prossimi regionali, ma soprattutto in previsione degli Europei”.

Francesco Ouattara (Ren Bu Kan Treviso) 1° posto kumite individuale juniores marrone/nera +75. “Questa è la mia terza partecipazione alla Heart Cup e devo dire che sono riuscito a essere stato più concentrato rispetto a molte mie precedenti gare, arrivando a incanalare l’energia dove volevo. Pian piano cerco di migliorarmi, anche se non è sempre semplice per me mantenere concentrata la testa, ma ci sto ‘lavorando’. Conto ai Mondiali del 2017 di fare un buon risultato, perché non sono qui solo per partecipare, ma per migliorare e in futuro arrivare al podio. È un bell’impegno per me, quello a livello mentale, perché fisicamente ci sono, ma è la testa a fare la differenza, specialmente nel karate dove sono anche i dettagli a contare. Per gli Europei 2016 vorrei migliorare i risultati ottenuti quest’anno col kumite a squadre, dove ci siamo piazzati terzi negli Azzurri e secondi ai Mondiali in Polonia. Dove devo lavorare di più è comunque l’individuale”.  

Casini Annalisa, Francesca Re, Nicola Bianchi, Filippo Della Latta (Samurai Karate Do Viareggio), rispondono “in gruppo” ad alcune domande riguardanti la gara, ma anche il futuro…
Per noi è la prima volta qui, perché per l’edizione precedente eravamo impegnati con i raduni dell’ESKA.
Il regolamento è particolare, simile appunto a quello dell’Eska, dove però entriamo sul tatami sempre a coppia. Comunque anche così è bello, perché fare un po’ di kata liberi fa sempre bene, è un modo per provarli in gara e non solo in palestra. Proprio per queste modalità di esecuzione singola, forse la gara risulta un po’ lunga, soprattutto per i tempi d’attesa, ma nonostante questo è bella e interessante, sicuramente da rifare. La cosa che piace di più rispetto al solito, è che è la prima gara in cui, trovandosi da soli a competere, si deve puntare di più sulla maestria, che secondo me è la cosa fondamentale e che normalmente si fa solo in finale, mentre qui puoi interpretare ciascun kata e non è più solo una lotta con l’atleta accanto, da cui magari sei condizionato, come per esempio nel tempo di esecuzione. Qui fai il kata come lo senti tu.
C’è da sottolineare che la gara è organizzata bene: si sa la pool, si sa in quanti siamo… L’unica incognita, ma ci vuole per mettersi alla prova, è il numero di kata che alla fine si porta e il fatto che siano tutti diversi. Sono kata che normalmente non si fanno e sempre più impegnativi, perché man mano che si avanza ci si trova a competere con sfidanti che, comunque, sono quelli dell’ESKA. E riguardo a questo punto, qui emergono anche le differenze di esecuzione tra un kata del Tradizionale e un kata dello Sportivo, come ci è capitato di vedere in questa occasione, dove poi è difficile dare un giudizio equo.”
Cosa ne pensate della possibile entrata del Karate alle Olimpiadi?
“C’è la brutta possibilità di perdere l’eredità del M° Shirai. Altre Federazioni, tipo la Fijlkam e tutto il WKF, a livello mondiale è molto potente e, sicuramente, per noi entrare in un circuito olimpionico significa adeguarci e questo vuol dire perdere tante cose che ci caratterizzano attualmente. È chiaro che si spera in una soluzione perfetta, ma ci si crede anche poco, perché la conciliazione ci sembra difficile sia per il kata, dove abbiamo canoni diversi, sia per il kumite sportivo dove la preparazione atletica è molto maggiore, soprattutto nella tempistica.
Se mai dovessimo entrare alle Olimpiadi, si può supporre che le prove attuali possano essere ESKA, WKF e WSKA. Già il JKA è un po’ diverso. Da provare sono questi circuiti dove trovi un po’ di Sportivo e di Tradizionale insieme, e dove per esempio nell’ESKA il kata è Shotokan ed è quello che noi speriamo non cambi.”
I vostri impegni futuri?
Per i prossimi impegni, ci piacerebbe pensare di essere presenti, oltre che ai Campionati italiani del 4-5 giugno, anche di far parte della squadra ESKA per il Campionato Europeo ad Atene in autunno.
Approfittiamo di ringraziare tra tutti, il nostro M° Mauro Gori che ci segue sempre, nonostante le ‘levatacce’.”


Il Maestro Ofelio Michielan commenta la Heart Cup 2016

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