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Nutrienti, Metabolismo e Cellule

Nutrienti, Metabolismo e Cellule

Parliamo di alimentazione guidati dal maestro Enrico Cembran che, attraverso la sua esperienza di medico dentista, ci fornirà consigli e spunti utili per un maggiore benessere.

(in Karate Do n. 27 Lug-ago-set 2012)

Gli esseri viventi, quali che siano le loro dimensioni, per la loro esistenza necessitano di alcune sostanze dette “nutrienti”. Per la verità alcuni organismi necessitano anche, per la loro sopravvivenza, dell’ossigeno che può arrivare negli organi deputati alla sua assunzione attraverso l’aria oppure i liquidi, ma tutti indistintamente devono o prima o poi assumere, per poi elaborare e rendere definitivamente utilizzabili, dei nutrienti.
Con il termine NUTRIENTI s’intendono sostanzialmente le seguenti sostanze:
Proteine e i loro costituenti essenziali gli aminoacidi; di questa famiglia fanno parte le Vitamine che sono dei catalizzatori, cioè sostanze in grado di dare il via, ovvero di accelerare, taluni processi metabolici (ossia di elaborazione, anche se, detto così il termine è volutamente riduttivo).
Grassi, anche detti Steroli e i loro costituenti essenziali i lipidi.
Polisaccardi e i loro costituenti essenziali i glicidi.
Minerali.
Acqua.

La civiltà industriale, tipica del XX secolo, ha portato innegabili benefici alla qualità della vita dell’essere umano, purtroppo, con le comodità annesse e ormai radicalmente acquisite, ha anche indotto stili di vita e abitudini alimentari completamente innaturali e, in ogni caso, incompatibili con la sua natura, almeno dal punto di vista dell’appartenenza di questo al mondo animale.
In sostanza, tutto ciò che di commestibile l’uomo riuscisse a mangiare praticamente, ovvero del tutto crudo, recuperandolo con le sue sole forze, così come dovevano fare i suoi antenati (parliamo degli esseri preistorici), nella sua versione “naturale”, priva cioè di qualsivoglia manipolazione umana e, quindi, fornendo in cambio un enorme sforzo energetico – sia per l’acquisizione, sia per la sua digestione –, potrebbe anche essere assunto al giorno d’oggi senza ricevere in cambio l’enorme patrimonio energetico destinato a essere tramutato in riserve di grasso depositate nel nostro corpo sotto forma di “rotoli di ciccia” sui nostri fianchi, cosce ecc. ovvero sulla parete delle arterie, determinando gli arcinoti effetti della sclerosi vascolare, o generando degli ulteriori “composti tossici” responsabili a loro volta di effetti infiammatori, degenerativi, allergici e purtroppo talvolta cancerogeni che danneggiano, talora irreversibilmente, l’organismo umano e sono responsabili del suo progressivo invecchiamento e decadimento.

La civiltà industriale, tipica del XX secolo, ha portato innegabili benefici alla qualità della vita dell’essere umano, purtroppo, con le comodità annesse e ormai radicalmente acquisite, ha anche indotto stili di vita e abitudini alimentari completamente innaturali.

Purtroppo, al giorno d’oggi è veramente difficile reperire alimenti realmente “naturali”, ossia non “trattati” in qualche modo: per aumentarne i tempi di conservazione, per incrementarne il potere energetico, per migliorarne la “presentabilità” o, addirittura, per “indurre dipendenza” (rimando per questo argomento alla lettura del paragrafo inerente gli zuccheri). Quindi, in linea di principio, tutto ciò che arriva sulle nostre tavole, salve rarissime eccezioni, e che mantiene lo stesso aspetto oltre le 24 ore (spesso anche meno…), è da considerarsi “trattato” e perciò in qualche modo non più originale e come tale (in maggiore o minore misura) incompatibile con la sua natura e funzione di partenza.
Quando alcuni anni fa, dopo una malattia molto strana che contrassi e dalla quale tutt’oggi non sono guarito completamente, fui costretto tra l’altro a rivedere molte delle mie consuetudini e certezze di vita, dovetti cominciare proprio dal riesame critico delle mie abitudini alimentari che peraltro erano già di gran lunga migliori di quelle di molti dei miei conoscenti ed amici. Aderendo subito alla logica di un proverbio indiano che mi colpì:

Colui che non sa e non sa di non sapere, evitalo!
Colui che non sa e sa di non sapere, istruiscilo!
Colui che sa e non sa di sapere, inizialo!
Colui che sa e sa di sapere, seguilo!

Iniziai così a leggere e a informarmi, e di questo sono molto grato agli scritti della dott. Catherine Kousmine (purtroppo deceduta), del dott. Ulrich Strunz (che io sappia vivo, vegeto e molto giovanile, grazie alla pratica assidua del triathlon del quale è diventato campione, nonostante abbia iniziato la sua attività in età avanzata e alle sane abitudini alimentari e di vita da lui stesso preconizzate) e del tedesco Klaus Oberbeil che, pur non essendo uno scienziato, è un giornalista molto esperto di alimentazione e in particolare degli zuccheri.
L’impatto che ebbero su di me questi scritti all’inizio fu sconcertante, mi sembrava, da medico quale sono di “non averci capito nulla” e anzi di essermi praticamente avvelenato con le mie stesse mani da sempre; senza voler creare questa spiacevole sensazione nei miei lettori, vorrei comunque inviare un messaggio di allerta esistendo realmente questo problema.
La mia trattazione sarà volutamente superficiale, non dovendo io esporre questa pubblicazione in un consesso scientifico, cercherò quindi di parlare il “pazientese”, la lingua cioè usata da tutti noi quando parliamo di argomenti medici o, intimoriti, ci troviamo di fronte alla persona che si dovrà prendere cura della nostra salute.

In linea di principio, tutto ciò che arriva sulle nostre tavole, salve rarissime eccezioni, e che mantiene lo stesso aspetto oltre le 24 ore (spesso anche meno…), è da considerarsi “trattato” e perciò in qualche modo non più originale.

METABOLISMO: tutto ciò che entra nel nostro organismo (a parte i minerali, l’acqua – che comunque deve essere scissa in ioni idrogeno e ossigeno – e l’aria), ci entra in una forma non assimilabile a priori, ma cosiddetta “complessa”. Per essere realmente assorbiti i nutrienti devono essere disassemblati, ridotti alle loro forme semplici, e trasportati nel sangue in sospensione, per poi essere in qualche caso riassemblati e/o utilizzati nelle cellule costituenti a loro volta i tessuti; in particolare i grassi complessi devono essere ridotti a lipidi, le proteine ad aminoacidi, i polisaccaridi a glicidi. Cito brevissimamente in questo settore un concetto che da solo meriterebbe una trattazione completa: l’OSSIGENO che è indispensabile per la nostra sopravvivenza è anche, attraverso l’ossidazione di molte delle sostanze presenti nel nostro organismo, il principale responsabile dell’invecchiamento dello stesso ed ecco perché bisognerà cercare di introdurre con l’alimentazione quante più possibili sostanze con funzione antiossidante.

CELLULE: rappresentano l’unità di base di ogni tessuto e quindi organismo vivente, si tratta di corpuscoli variamente differenziati dotati di parete costituita prevalentemente da fosfolipidi.
I fosfolipidi sono grassi (molecole costituite da carbonio, ossigeno, idrogeno e fosforo). A seconda del loro grado di non saturazione, ovvero di legami idrogeno “attivati” (ionizzati), sono disponibili a legarsi con i nutrienti che affluiscono attraverso il sangue nei tessuti, per poterli far entrare nelle cellule stesse e che è grossolanamente definibile come il grado di “omega”, per cui, tanto più questo valore è basso – omega3, omega6 –  tanto più è favorevole per la vitalità della cellula stessa, essendo la parete più adatta agli scambi metabolici ovvero più elastica e permeabile, potremmo dire “giovane”.
Tanto per completare, all’interno della cellula esiste il citoplasma che è un liquido nel quale sono immersi i corpuscoli cellulari che sono responsabili delle razioni energetiche e di differenziazione cellulare.

Mi tengo volutamente “in superficie” dato che è possibile approfondire questi argomenti sugli stessi testi scolastici o al limite sul web.

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