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Galeotto fu il karate

Intervista di “coppia” ad Annalisa Casini e Nicola Bianchi due eccellenti atleti FIKTA conosciuti per i grandi meriti agonistici.

Intervista di “coppia” a Nicola e Annalisa che si sono sposati il 16 giugno 2018 a Gubbio (PG) dopo anni di fidanzamento. Due eccellenti atleti FIKTA, conosciuti per i grandi meriti agonistici, per la serietà e l’impegno che hanno permesso loro di raggiungere alti obiettivi, ma anche per l’innegabile simpatia toscana che li contraddistingue…

Io ho avuto la fortuna di trovare un amante di questa arte marziale che ha sposato me e il karate.— Annalisa

Come vi siete conosciuti?
Nicola – Ci siamo conosciuti durante uno dei raduni estivi della Nazionale. Più che conosciuti ci siamo “scontrati”: durante la pausa concessa per bere, nel marasma dei vari atleti che si muovevano confusionari per raggiungere le proprie borse, la distratta umbra mi è venuta addosso. Ci siamo salutati un po’ timidamente e da lì abbiamo cominciato la nostra storia.
Cosa abbia dato la scintilla non lo so, sicuramente la sua bellezza e la sua bellissima vitalità e da parte mia… la “simpatia toscana”? 

“Galeotto” fu il karate?
Annalisa – Credo che tutti sognino di avere la propria metà all’interno della passione che ti accompagna nella vita: io ho avuto la fortuna di trovare un amante di questa arte marziale che ha sposato me e il karate.

Chi è il vostro Maestro?
Nicola – Il nostro Maestro è Mauro Gori, è la nostra guida nel karate presso la Samurai Karate Do Viareggio e anche al di fuori (è stato perfino il mio testimone di nozze!).
Inoltre, abbiamo una palestra, che si chiama Junkan Dojo a Camaiore ed entrambi insegniamo a bambini e adulti

Vi allenate insieme?
Annalisa – Per quanto riguarda gli allenamenti è veramente difficile che non siano insieme, visto che sia alla Samurai che alla Junkan svolgiamo gli stessi orari e, di conseguenza, anche le lezioni. Personalmente seguo il Maestro Gori e frequento anche i corsi agonistici di Nicola, che svolge in entrambi i dojo, con quel che ne comporta di sgridate, correzioni difficili e “tirate d’orecchie”.

Essere una coppia nel dojo ha dei risvolti nel rapporto con i compagni di palestra?
Annalisa – No, o meglio, siamo “riconosciuti” come coppia, ma questo è solo un punto a nostro favore, perché essere tifati insieme è sempre più bello. Per il resto ci piace vivere le nostre esperienze assieme al gruppo facendone parte e cercando di tirarne le fila.

Abbiamo trovato questa forza nello stare in equilibrio, un qualcosa in più che ci fa resistere a qualsiasi vento.— Nicola

Come vivete il fatto di lavorare insieme?
Nicola e Annalisa – A volte lavorare insieme non è molto facile, perché inevitabilmente si creano momenti di scontro o d’idee contrastanti o di modi di fare. Allo stesso tempo ci sono molte più occasioni per vivere bellissime esperienza insieme e condividere appieno la passione reciproca. Per quanto ci riguarda il gioco vale la candela e siamo molto contenti di trovarci sempre insieme ad allenarci e ad allenare.

Praticare karate insieme può essere un valore aggiunto?
Nicola – Credo sia un valore aggiunto rispetto a chi non ha questa possibilità. Se si riescono a superare alcuni contrasti e a capire il pensiero dell’altra persona, si trova una nuova strada comune. Con Annalisa credo che abbiamo trovato questa forza nello stare in equilibrio, un qualcosa in più che ci fa resistere a qualsiasi vento che provi a scuoterci.

Ai WSKA del 2017 a Treviso, mentre Annalisa era impegnata nella gara di kata individuale, in un altro tatami Nicola si stava cimentando nel kata a squadre. Appena Annalisa, ancora provata dall’emozione, ha concluso il proprio kata, ci ha detto una cosa che ci è rimasta molto impressa: “Mentre eseguivo il kata ho sentito il Kiai di Nicola e questo mi ha dato forza!”… Ecco, vorremmo chiedervi se questo tipo di legame lo imputate anche alla pratica condivisa del karate.
Annalisa – Credo che il karate, come sempre ci spiega il nostro maestro Mauro, non sia solo praticare, ma anche sentire. Praticandolo insieme a Nicola e svolgendo la maggior parte delle competizioni insieme abbiamo imparato a “leggerci” e a sentirci, anche a livello energetico. Quando siamo in finale entrambi la carica di uno è la carica dell’altro. E quando Nicola fa karate riesce sempre a trasmettermi qualcosa.

Cosa ammiri del modo di praticare dell’altro e cosa non ti piace?
Nicola – Di Annalisa ammiro il modo di vivere i suoi kata, la sua capacità artistica di comunicare tutta se stessa, di emozionare se stessa da sola e di far vedere tutto ciò.
Annalisa – Io e Nicola ci alleniamo insieme, quindi, in teoria dovrei conoscere tutto del suo karate, ma nelle gare ogni volta ha la capacità di stupirmi. 

Descrivetevi vicendevolmente con un aggettivo.
Annalisa – Equilibrato
Nicola – Fresca

Credo che il karate … non sia solo praticare, ma anche sentire.— Annalisa

Un difetto e un pregio dell’altro?
Annalisa – Un difetto… troppo programmatore. Un pregio… riesce a progettare tutto, cosa che non è nella mia indole.
Nicola – Un difetto… se ve lo dico stasera probabilmente non ceno! Un pregio… la sua naturalezza, il suo carattere completamente senza filtri, senza riserve in qualsiasi situazione.

Progetti futuri?
Nicola e Annalisa – Nel privato ne abbiamo molti, per quanto riguarda la nostra pratica cercheremo con tutte le forze di portare avanti i nostri allievi e la nostra Junkan Dojo.

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