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Conferenza Stampa 48ª Coppa Shotokan

Conferenza Stampa 48ª Coppa Shotokan
Da sinistra: il plurimedagliato Giampaolo Girotti, il M° Perlati, il M° Casarini, il M° Campini.

29 novembre 2016. ISI e FIKTA presentano la “gara delle gare”, ma l’incontro con la stampa diventa l’occasione di uno discorso allargato al mondo del karate, fino alle Olimpiadi 2020.

di Susanna Rubatto

Martedì 29 novembre 2016 a Lavino di Mezzo (BO), si è tenuta la Conferenza Stampa per presentare la 48ª Coppa Shotokan organizzata dal Musokan Yudanshakai di Bologna, su incarico dell’ISI, in collaborazione con la Polisportiva Zola e sponsorizzata dal Comune di Zola Predosa, dove il 3 dicembre si svolgerà la manifestazione, e da Emilbanca.
A presenziare l’incontro il Segretario Generale della Fikta, fondatore nel ’70 dell’Associazione Musokan e responsabile del comitato organizzatore, M° Beppe Perlati, il Presidente dell’ISI ASD M° Rino Campini, il M° Carlo Casarini della Polisportiva Zola e l’atleta della Nazionale Fikta Giampaolo Girotti.

Il M° Perlati ha aperto la conferenza citando con soddisfazione gli ultimi successi della Nazionale.

Il M° Perlati ha aperto la conferenza citando con soddisfazione gli ultimi successi della Nazionale con le medaglie (13 oro) vinte nei recenti Campionati, ESKA in Grecia e ETKF in Slovenia, del 26-27 novembre 2016. A Kranjska Gora Giampaolo Girotti (4° dan), ha conquistato il 1° posto nel fukugo maschile e nel kumite. Purtroppo però, pur essendo l’atleta rappresentativo di questa edizione – l’anno scorso si qualificò al 1° posto nel kata individuale – non potrà partecipare alla Coppa Shotokan a causa di un severo infortunio all’alluce, occorsogli proprio nella finale dell’European Traditional Karate Championship e che ora lo costringe a una ingessatura del piede.

Ciò che caratterizza la manifestazione, prosegue il M° Perlati, è l’esclusività dello stile Shotokan che ne fa la “gara delle gare”, la gara di Tradizionale più importante e ambita dalle cinture nere di alto livello di tutto il Paese. Stile Shotokan che fu proprio il M° Shirai a introdurre in Italia nel 1965 – inviato dalla Japan Karate Association di Tokyo – e che lo portò a organizzare la prima edizione della Coppa nel 1968. Da allora, ogni anno vi si cimentano i migliori atleti, concludendo con questo evento la stagione agonistica in corso.
La partecipazione stimata di questa edizione è di circa 160 atleti (alcuni provenienti anche dalla Repubblica Ceca), i migliori già selezionati tra juniores e seniores dalle rispettive regioni.
Si inizierà alle 14.30 con le prove di kata individuale, a cui seguirà il kumite, individuale e a squadre, maschile e femminile. Alle 18.00 ci saranno le finali. 

Stile Shotokan che fu proprio il M° Shirai a introdurre in Italia e che lo portò a organizzare la prima edizione della Coppa nel 1968.

Alla domanda di un giornalista su quale sarà il karate che vedremo alle prossime Olimpiadi di Tokyo, il M° Perlati ha così risposto:Io non credo che vedremo il Tradizionale. Già negli anni ‘80 con la WUKO, iniziando a organizzare delle gare di karate più prettamente sportivo/ginnico, si è creato un distacco dalle realtà che invece portavano avanti il Tradizionale ed è da quel momento che è nata una distinzione anche semantica. Successivamente è nata anche la Federazione Internazionale di Karate Tradizionale la ITKF a cui la Fikta è sempre stata legata. Arrivando invece ad agosto 2016, all’ultimo congresso del Comitato olimpico, l’incarico di presentare il karate alle Olimpiadi, che non è andato al Giappone, è stato dato invece alla federazione sportiva WKF (World Karate Federation)… perciò dico che vedremo un karate sportivo. La Federazione giapponese sta comunque tentando di introdurre anche qualcosa del Tradizionale, ma a oggi resta lo sportivo e saranno loro a selezionare gli atleti nel prossimo quadriennio, attraverso gare di tutte le federazioni”.

Incalzato da una successiva domanda su un suo parere personale, il M° Perlati aggiunge: “Per chi è interessato, tutto ciò è un bene, però temo si perderà un certo bagaglio delle arti marziali. Giustamente dal loro punto di vista, come può essere per la Fijlkam, l’obiettivo è vincere la gara in base al regolamento internazionale. Per la Fikta, invece, c’è la volontà di mantenere vivo lo spirito del karate che è nato come autodifesa e, pur se in modo attualizzato, perseguiamo questo indirizzo. Anche noi facciamo gare, com’è la Coppa Shotokan, perché per gli atleti è un momento dimostrativo di ciò che sono in grado di fare. Alle Olimpiadi invece, ciò che influenzerà il karate saranno gli sponsor e la ‘politica’ della visibilità, e le nazioni che avranno più ‘potere’ in tal senso determineranno che tipo di sport verrà presentato. Per esempio più sarà spettacolare nell’esecuzione, più sarà appoggiato dagli sponsor che sono interessati ad avere una grande visibilità… Questo può ridurre il karate a qualcosa che non è più applicabile nella realtà, ma a qualcosa che è solo coreografico, anche se dal punto di vista ginnico/atletico è ineccepibile e forse  migliore del nostro karate. Alla fine,io spero di vedere alle Olimpiadi un karate che non si allontani troppo dalla realtà.”

L’incarico di presentare il karate alle Olimpiadi, che non è andato al Giappone, è stato dato invece alla federazione sportiva WKF.

Noi abbiamo un protocollo di collaborazione con la Fijlkam, dove ci riconoscono come Federazione e Istituto del Tradizionale in Italia. Dopo l’elezione del loro nuovo presidente il prossimo 3 dicembre, ci incontreremo a gennaio per avviare, ognuno con la propria autonomia, anche la proposta di una compartecipazione dei rispettivi atleti alle gare. Dal punto di vista tecnico gli atleti dello shotokan non hanno nulla di diverso da chi pratica lo sportivo, al momento delle gare ci saranno solo dei piccoli accorgimenti tecnici da sistemare e gli arbitri sono in grado di valutare anche i diversi stili. Ad esempio, per tutti vale che il kata debba mantenere i parametri di: velocità, contrazione, equilibrio, corretto movimento nella transizione dei passaggi, dare significato ai gesti che si fanno, dando l’impressione di un combattimento reale anche se contro avversari immaginari. Lo stesso per il kumite.
Riguardo alla prospettiva olimpica, stiamo vedendo se ci si può accordare, ma non senza fatica, visti i diversi tesseramenti sociali.”

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