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L’antico manuale di battaglia della Sekiguchi Ryu

Un antico testo dell’arte marziale giapponese destinato a chi combatteva sul serio, nel fango dei campi di battaglia del periodo tra l’Era Sengoku e quella Tokugawa.

Quando si parla di testi antichi di arti marziali giapponesi, si pensa spesso a opere filosofiche o estetiche. Tuttavia, esiste una categoria molto più concreta, funzionale, destinata direttamente a chi combatteva sul serio, nel fango dei campi di battaglia del periodo tra l’Era Sengoku e quella Tokugawa: i manuali da campo.

Si tratta di un documento interno alla Sekiguchi Ryu, una delle più antiche scuole marziali tradizionali giapponesi.

Uno di questi è il Sekiguchiryu Ikki Shoubuawase no Kokoroe no Koto. Si tratta di un documento interno alla Sekiguchi Ryu, una delle più antiche scuole marziali tradizionali giapponesi, fondata nel XVII secolo. Il testo non è rivolto ai maestri di strategia, ma ai praticanti armati, a chi combatteva a piedi o a cavallo, in armatura completa o in contesti di difesa personale e militare.
L’autore, anonimo ma esperto, non indulge nella teoria: offre istruzioni dirette, essenziali e talvolta brutali, nate dall’esperienza del campo. Leggere questo testo significa ascoltare la voce di chi ha vissuto la guerra, non di chi l’ha studiata sui libri. Il Sekiguchiryu Ikki Shoubuawase no Kokoroe no Koto è oggi disponibile grazie all’appassionata opera di traduzione e ricostruzione del mio maestro, Toshiyasu Yamada, serio e dedito ricercatore oltre che caposcuola del Sekiguchi Ryu Battojutsu.

Concentrazione e direzione dello sguardo
Uno dei concetti chiave che il manuale presenta fin dalle prime righe è quello di metsuke — la direzione e la gestione dello sguardo nel combattimento. Scrive:“Dovrete focalizzarvi su una sola persona, anche se ci sono un milione di soldati di fronte a voi. Questo è il metsuke. Dovete rammentarlo.”
Questo insegnamento è centrale. Il samurai non deve lasciarsi distrarre dal caos, dagli altri combattenti, né dalla paura. Il controllo del campo inizia dal controllo dello sguardo. Il testo fornisce anche un’applicazione pratica: “Guardate il suo kabuto. Così facendo, potrete aumentare il vostro morale. Al contrario, se guardate i piedi dei nemici, lo indebolirete”.
La zona degli occhi e della testa, infatti, è il centro simbolico e strategico della persona. Guardarla rafforza l’intenzione, crea pressione psicologica, stabilisce dominanza visiva.

Scelte pratiche sull’equipaggiamento
Il manuale affronta con realismo anche la questione dell’equipaggiamento. Insegna a scegliere armi e protezioni in base al contesto, evitando estetismi o formalismi. Ad esempio: “Elmi più grandi garantiscono comfort e protezione. Spade corte sono più adatte al combattimento ravvicinato. Evitate armature troppo ingombranti: appesantiscono il corpo e rallentano le reazioni”.
Il suggerimento è chiaro: non puntare alla bellezza o alla tradizione, ma alla funzionalità. Il samurai deve potersi muovere, rotolare, reagire. La spada deve poter essere estratta rapidamente. L’elmo non deve ostacolare la vista o il respiro.
Anche le calzature sono oggetto di attenzione: devono essere adatte a camminare a lungo, resistenti all’umidità e alla neve. Le vesti, se troppo larghe, vanno accorciate. I lacci dell’armatura devono essere stretti con intelligenza, non per rigidità, ma per efficienza.

Leggere questo testo significa ascoltare la voce di chi ha vissuto la guerra, non di chi l’ha studiata sui libri.

Logistica personale e sopravvivenza
Il manuale elenca con cura ciò che un samurai deve portare con sé. È una delle sezioni più utili e spesso trascurate nei testi moderni. Tra gli oggetti raccomandati:
• bottiglia d’acqua in bambù
• pietra focaia per accendere il fuoco
• panno impermeabile per ripararsi dalla pioggia
• sale per disinfettare ferite
• bastoncini di incenso per respingere insetti velenosi
• ago, filo e forbici per le riparazioni
• cibo secco per due giorni
Questi strumenti non hanno nulla di simbolico: sono strumenti concreti, salvavita. Il combattente deve poter affrontare marce forzate, pernottamenti all’aperto, imboscate improvvise.
Non ci sono camerini, né seconde possibilità.

Caduta e reazione
Un passaggio importante del testo è dedicato al momento della caduta in combattimento. Non ci sono concessioni emotive. La regola è semplice: “Se cadete a terra, rialzatevi immediatamente. Anche se il colpo è doloroso, il nemico potrebbe pensare che siate già morti. Non lasciate che sia lui a decidere.”
Questo principio è assoluto. Non si attende, non si valuta. Si reagisce. Rialzarsi non è solo una questione fisica, ma anche strategica: non offrire mai al nemico l’impressione di aver vinto, nemmeno per un istante.

Il contesto: terreno, luce, vento
Il manuale non dimentica l’ambiente. Consiglia sempre di valutare:
• l’inclinazione del terreno: combattere in salita è un vantaggio;
• la posizione del sole: evitare che la luce colpisca direttamente gli occhi;
• il vento: da evitare se porta sabbia o ostacola la visibilità.
Consiglia anche di combattere in zone ampie, evitando spazi stretti o pendii scivolosi. L’esperienza insegna che non si combatte solo contro l’uomo, ma anche contro il contesto. Una buona lettura ambientale può decidere la sorte dello scontro.

Armi e loro impiego
Il testo dedica diverse osservazioni anche alla scelta delle armi. Raccomanda di usare la spada lunga solo se lo spazio lo permette. Se si prevede un corpo a corpo ravvicinato, è meglio portare con sé una spada corta o un tantō.
Il nodo del fodero, la posizione della mano sulla tsuka, la velocità di estrazione: ogni dettaglio è considerato. L’uso della forza bruta è sempre scoraggiato. Il testo insiste su efficienza, economia del gesto, colpi netti.

Il suggerimento è chiaro: non puntare alla bellezza o alla tradizione, ma alla funzionalità.

Conclusione
Il Sekiguchiryu Ikki Shoubuawase no Kokoroe no Koto è un manuale semplice solo in apparenza. Ogni frase è frutto di esperienza reale, distillata per trasmettere a chi verrà dopo le regole fondamentali per vivere, combattere e tornare a casa intero.
Oggi, in un contesto di pratica civile e formativa, possiamo ancora apprendere molto da questo testo. La sua forza è nella chiarezza. Nessuna retorica, nessun misticismo. Solo fatti, tecnica, lucidità.
E questo, per chi si allena con serietà, è ancora uno degli insegnamenti più preziosi.

Note editoriali:
– Il testo qui presentato è oggetto di studio commentato nel volume Codice Samurai (2024), a cura di Maurizio Colonna. https://amzn.eu/d/9q1EAAt
– Immagini del manoscritto originale giapponese per gentile concessione del Maestro Toshiyasu Yamada.

BIBLIOGRAFIA
– Colonna, Maurizio. Codice Samurai. Analisi e commentario del Manuale di Combattimento della Sekiguchi Ryu, Independently published, 2024.
– Ratti, Oscar; Westbrook, Adele. I segreti dei samurai. Le antiche arti marziali. Ed. Mediterranee, 1978.
– Cunningham, Don. Samurai Weapons. Tuttle Publishing, 2008.
– Mol, Serge. Classical Fighting Art of Japan. Kodansha International, 2001.
– Mol, Serge. Classical Weaponry of Japan. Kodansha International, 2003.
– Cummins, Antony. Samurai and Ninja. Tuttle Publishing, 2015.
– Wada, Tetsuya. 「武田家の関口流の伝書類とその伝授の実態について ― 伝書類の整理と相伝階級の検討」, Japanese Academy of Budo,『武道学研究』(ISSN:02879700), vol. 25, no. 2, pp.13–23, 1992.

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