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2° principio per una presenza equilibrata: principio dell’attenzione (Zanshin)

2° principio per una presenza equilibrata: principio dell’attenzione (Zanshin)
Foto di Fabrizio Bagnoli

Come dicono i monaci Shaolin, l’attenzione ci conduce a una conoscenza profonda, fino a “essere” il momento.

Ogni cosa intorno a noi si esprime in maniera indipendente dal fatto che la apprezziamo o ce ne accorgiamo. Si potrebbe dire che tutto accade a prescindere da noi e che la facoltà di porre attenzione a ciò che accade, è un’opportunità che possiamo decidere di sfruttare o di sprecare.
Accorgerci del manifestarsi di ogni cosa nell’Universo è compito nostro: se ce ne accorgiamo, avremo la possibilità di meravigliarci, beneficiarne e rallegrarci. In caso contrario, non lamentiamoci di avere una vita piatta o priva di stimoli e possibilità.
Così come farebbe un bravo fotografo, sempre attento al particolare, dovremmo sforzarci di cogliere ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Sta a noi e solo a noi apprezzare la profondità dei colori, il profumo delle situazioni, imparare a percepire ogni sfumatura dell’ambiente che ci circonda e la piacevole compagnia di chi incontriamo sul nostro cammino.
È importante fare attenzione a ciò che accade al di fuori di noi, ma, lo è anche  porre attenzione verso noi stessi e stare in un sincero ascolto interiore.

Attenzione significa … considerazione non giudicante verso tutto ciò che ci circonda.

Attenzione sì, ma non giudicante
Attenzione significa, anche e soprattutto, considerazione non giudicante verso tutto ciò che ci circonda. Il giudizio annebbia e distrae la nostra percezione e rende vana l’arma dell’attenzione.
Questo accade perché fin da bambini ci viene insegnato a classificare, suddividere, categorizzare, giudicare. Ci abituiamo in fretta a utilizzare il “metodo” della similitudine per valutare persone e situazioni, mentre, sempre più spesso dimentichiamo di utilizzare il metro dell’attenzione.
Per colpa dei giudizi disimpariamo ad ascoltare la nostra percezione, il nostro potere di valutazione, quello che a volte chiamiamo “sesto senso”. Questo accade soprattutto quando il percepito contraddice il giudizio acquisito. Un uomo grande e importante ci sembrerà forte, mentre un bambino piccolo e tenero per noi sarà solo un essere debole.

Il principio dell’attenzione ci insegna a riconoscere le nostre capacità e le nostre possibilità, ma ci insegna anche a valutare correttamente gli altri. Ci insegna inoltre che la considerazione verso chi ci sta davanti genera stupore e lo stupore genera gioia e conoscenza.
Vivere il principio ci insegna a capire che niente, assolutamente niente, è scontato e privo di bellezza. Ci insegna, come dicono i monaci Shaolin, che l’attenzione conduce a una conoscenza profonda e al risveglio interiore. Infine, ci insegna che la comunione attenta con tutto ciò che ci circonda può renderci forti.

Zanshin è una parola giapponese che significa letteralmente “lo spirito del gesto”.

Parallelo marziale: zanshin

  • Zanshin è una parola giapponese che significa letteralmente “lo spirito del gesto”. 
  • Significa anche “attenzione totale al momento”, incanalare la totalità della nostra coscienza, in una qualsiasi circostanza, aumentando la consapevolezza di quel momento.
  • Significa “essere il momento” ovvero che non c’è distinzione di sorta tra noi e il momento stesso, essa viene cancellata. Infatti, se stiamo “pensando a noi”, allora non stiamo “essendo noi”, e se stiamo pensando al momento allora non siamo una cosa sola con esso. Nel concentrare tutta la nostra attenzione nel momento, diveniamo completamente consapevoli di qualsiasi cosa avvenga al suo interno.

L’artista marziale man mano che raffina la sua pratica, inizia a sperimentare cosa significhi “presenza”, considerare ogni momento importante al punto da “essere il momento”.

 

Parte 01, Parte 03

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