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Una medaglia d’oro per due

Una medaglia d’oro per due

Annalisa Casini e Nicola Bianchi coppia d’oro nel kata individuale “Master” alla 49ª edizione della Coppa Shotokan 02.12.17.

Hanno diviso la gioia di avere al collo la medaglia d’oro in una delle gare più prestigiose del panorama del karate tradizionale, Annalisa Casini e Nicola Bianchi, entrambi toscani, compagni nella vita e sul tatami conquistando la 49ª edizione della Coppa Shotokan “Tsuito Kinen Taikai”, “Memorial Maestri Gichin Funakoshi, Yoshitaka Funakoshi, Masatoshi Nakayama, Taiji Kase e Hidetaka Nishiyama” nella specialità del kata individuale, femminile e maschile, nella categoria “Master”, che si è disputata a Lucca, sabato 2 dicembre.

Sono una combattente e vincere su un parterre di atlete come quelle che si sono presentate anche quest’anno ha il suo perché.— Annalisa Casini

La manifestazione patrocinata dall’Istituto Shotokan Italia – Ente Morale, magistralmente organizzata dal M° Marino Lombardi e dalla società Shotokan Karate di Lucca, in collaborazione con lo Shotokan Karate Viareggio, compreso il comitato regionale della Fikta della Toscana, con oltre 200 fra le migliori cinture nere d’Italia.

Con loro, a dividere il podio:

  • nel kata femminile “Master” al 2° posto troviamo Carlotta Prete (Lombardia), al 3° Martina Tommasi (Veneto) e al 4° Francesca Re (Toscana).
  • Nel kata femminile “Memorial” medaglia d’oro per Giulia Gabrieli (Lombardia), argento per Beatrice Marmiroli (Emilia Romagna), bronzo per Arianna Bianchi (Lombardia) e 4° posto per Marta Mazzarda (Piemonte).
  • Nel kumite individuale 1° Alessia Furlan (Piemonte), 2° Giulia Pisano (Piemonte), 3° Lucilla Fioritto (Puglia) e 4° Martina Bocci (Toscana).
  • Nel kumite a squadre oro per la compagine in rosa del Piemonte, seguita dall’Emilia Romagna seconda, dalla Toscana terza e dal Veneto quarta.

La classifica maschile, invece, vede:

  • nel kata “Master” medaglia d’oro per Nicola Bianchi (Toscana), seguito dagli atleti della Lombardia Francesco Rocchetti, argento, Giuseppe Varcasia, bronzo e Matteo Scalvini al quarto posto.
  • Nel kata “Memorial” 1° si classifica Massimiliano Rodorigo (Lombardia), 2° Francesco Federico (Lombardia), 3° Marco Mattacola (Lazio) e 4° Luca Davoli (Emilia Romagna).
  • Nel kumite individuale 1° Matteo Cuscona (Lombardia), 2° Francesco Tinelli (Piemonte), 3° Francesco Germini (Lazio) e 4° Davide Dalla Pinna (Toscana).
  • Nella classifica delle squadre di kumite, vittoria per il Piemonte, seguita dalla Toscana seconda, Lazio terza e Veneto quarta.

E che titolo migliore si poteva dare a questo pezzo per KarateDo Magazine se non “una medaglia d’oro per due”? Proprio in una gara, come la Coppa Shotokan, dove la classifica è open e dove tutti sono avversari di tutti. Ed Annalisa e Nicola, binomio vincente sul tatami, sono una coppia anche nella vita (sta di fatto che il 16 di giugno del prossimo anno convoleranno a nozze).
Annalisa, che significa per te condividere con Nicola questa grande passione per il karate?
“Abbiamo aperto da quasi due anni la nostra società, piccina ma verace, denominata Junkan Dojo, proveniamo dalla stessa società, il Karate do di Viareggio e ci alleniamo insieme, sia con la nazionale che in palestra. Condividiamo tutto nella vita, così come le medaglie che abbiamo ottenuto ai mondiali Wska di Treviso ancora di un metallo prezioso come l’oro nel kata e fra poco ci sposeremo. Tutto ci riconduce al karate – infatti Annalisa ha un tatuaggio che corrisponde allo Yin e allo Yang, che letteralmente significa “due entità opposte e complementari che formano la totalità”, ndr -. Non posso chiedere di più dalla vita: Nicola è la mia persona, mi completa in tutto. Io sono la farfalla e lui è il fiore su cui posso posarmi sicura e al riparo. Lui è il mio insegnante e so che posso sempre contare sui suoi consigli e sulla sua maturità. Lui è quello buono, io sono quella cattiva; lui è quello serio e io quella che fa le battute e noi ci completiamo così”.
Come ti senti ora che, dopo l’oro mondiale nel kata individuale e con la squadra, hai conquistato anche il tetto della Coppa Shotokan “Master”? Sei l’atleta da battere?
“È stata, certamente, una bella arrampicata, con una progressione venuta da un percorso che dura da molti anni, con la partecipazione a diverse edizioni di questa manifestazione così importante per noi atleti. Un miglioramento meritato, non sull’onda del mondiale, ma per costanza e impegno, caratteristiche che anche maestri e arbitri sul tatami hanno apprezzato in me. Ho cercato di allenarmi con maggiore intensità anche dopo il mondiale senza pensare alla vittoria, per far vedere che le medaglie conquistate non erano un fuoco di paglia e non cullandomi sugli allori. Sono una combattente e vincere su un parterre di atlete come quelle che si sono presentate anche quest’anno ha il suo perché. E per il percorso fatto fino ad ora devo ringraziare il mio maestro Mauro Gori e la mia società, il Samurai karate do di Viareggio, e lo stesso Nicola che mi allena, mi corregge e mi supporta”.
Ora ti attende, dopo gli assoluti, la tua avventura più grande: il matrimonio.
“Abbiamo deciso di sposarci il 16 di giugno, giusto poco dopo i campionati italiani e per non avere troppi lividi da mostrare sull’altare (ride, ndr) faremo, di comune accordo, solo le gare di kata e di enbu. Ma solo per questa volta!”.

Per me è straordinario avere accanto una persona che divide e condivide tutto, anche le grandi emozioni della vita.— Nicola Bianchi

Per Nicola Bianchi, veterano della Coppa Shotokan, le medaglie al collo nella categoria “Master” sono ormai sei, senza contare quelle ottenute nelle altre categorie.
Che sensazione si prova, da atleta di consumata esperienza, salire ancora una volta sul gradino più alto del podio?
“Per me era importante riconfermarmi e riconfermare i risultati ottenuti al mondiale, visto che affrontare una gara così imponente a pochi mesi da un appuntamento internazionale di alto livello e fare bene non è certo scontato, anche perché non sono più giovanissimo e gli avversari si fanno sempre più agguerriti e giovani… Segno che stai invecchiando! In gara mi sono sentito bene, consolidando anche il mio livello mentale di preparazione che ho riattivato dopo la splendida esperienza di Treviso dove, gareggiando in casa, il tifo era davvero l’elemento fondamentale. E la Coppa Shotokan è sempre un evento di prestigio a cui tengo partecipare molto più che ad un campionato italiano: qui siamo contro tutti, è open, ed è sempre una nuova e bella sfida. Avere un solo podio ti fa capire che quello che sale sul gradino più alto è anche il più forte e i primi quattro sono la rosa del meglio che c’è nel panorama Fikta e del tradizionale in questo momento: per arrivare in finale devi eseguire sette kata, senza contare gli eventuali ripescaggi, e sono kata a scelta dall’arbitro centrale fra Heian e Sentei, più gli obbligatori ampliando così la gamma di forme da presentare, in una gara dove non si dà nulla per scontato e dove per arrivare sul podio devi dare tutto quello che hai”.
Da diversi anni, ormai, ti giochi la finale con il tuo grande amico e avversario, Francesco Rocchetti.
“È vero. Francesco ed io sono diversi anni che ci giochiamo il tutto e per tutto nella finale, sia Master che Memorial. Per me lui è un grande avversario, ma anche un amico, fuori e dentro il tatami. È uno dei miei compagni di squadra nazionale con cui ho condiviso diverse esperienze in campo internazionale ed è sempre bello e stimolante confrontarsi con lui in una sfida certamente amichevole dove si crea una sorta di co-emozione agonistica”.
Nicola, tu e Annalisa siete una grande coppia, nel karate e nella vita. Come si crea un legame così importante?
“La cosa più bella in assoluto in questo momento, in cui anche l’agonismo è un grande collante, fra di noi è vincere assieme. Nel mondiale vederla conquistare la medaglia d’oro è stata la vittoria più bella, mentre, durante la Coppa Shotokan, siamo stato chiamati sui nostri rispettivi tatami insieme e finito il kata Unsu ci siamo guardati dandoci la carica. Per me è straordinario avere accanto una persona che divide e condivide tutto, anche le grandi emozioni della vita”.
So che hai anche alcuni ringraziamenti da fare.
“Sono grato al mio maestro Mauro Gori, ad Annalisa ovviamente, ma anche al mio grande amico e primo insegnate Mirko Saffioti che in queste gare non manca mai: mi alleno con lui da quando ero piccolo e averlo vicino per me è sempre molto importante”.

Nel kumite maschile individuale, invece, raggiunge la vetta uno dei veterani e più titolati atleti nel panorama della Fikta, il ventottenne atleta lombardo Matteo Cuscona. “È la seconda volta che la vinco, la prima senza mio fratello con cui dividiamo sempre, o quasi, le finali di tutte le competizioni”.
In questo momento sei l’uomo da battere.
“Come atleta anziano, ormai vicino ai 30, ho visto un buon livello e anche questa volta ho incontrato gente nuova e da queste esperienze riesco sempre a prendere qualcosa in più rispetto ad ogni incontro ed è una bella sensazione. Essere l’uomo da battere in questo momento è una bella sensazione. Sono arrivato a Lucca con la voglia di vincere e fare bene anche perché avevo ancora l’amaro in bocca dopo la trasferta del Portogallo con la squadra Eska dove è mancata l’opportunità di fare una medaglia e volevo una mia riconferma personale. In finale me la sono giocata contro Francesco Tinelli, mio compagno di nazionale e ormai amico anche fuori dal tatami ed è stata una bella emozione potersi scontrare con lui. Alla fine è stata una mia riconferma personale”.
Una stagione lunga, la tua, con una grande preparazione alle spalle.
“È stata una preparazione continua, mentale e fisica, senza mai un attimo per riuscire a staccare, ma con impegni così importanti o lo fai o lo fai. Il grande lavoro è partito tutto a giugno dopo gli italiani, con le vacanze estive nel cassetto, con il fisico da allenare e allenare senza pensare ad altro. E la mente deve seguire il corpo. Ogni due per tre ti devi ricordare che hai un importante appuntamento a cui sei chiamato e non puoi sbagliare, fai parte della nazionale italiana e il tuo obiettivo non è solo fare bene, ma anche vincere. Fare bene una preparazione così lunga su se stessi è dura e comporta un notevole accumulo di tensione addosso, tensione che scarichi tutta in gara quando metti in pratica quello che hai fatto fino al giorno prima”.
Con la tua esperienza hai imparato a gestire le emozioni. Ora come affronti le gare importanti?
“Nel corso della mia esperienza da karateka ho maturato una certa esperienza nella concentrazione mentale e mi viene automatico, rispetto a quando ero alle prime armi dove la preparazione sfociava in agitazione e a volte in deconcentrazione. Adesso sono motivato e più concentrato anche perché per questo tipo di competizioni con un livello tecnico così alto non basta solo curare la parte tecnica e fisica. Io e mio fratello Fabio abbiamo un motto tratto da un cartone animato giapponese che ci appassiona entrambi ed è: “Anima forte risiede in corpo forte e mente forte”, e questo ci rispecchia dentro e fuori. È un bel connubio. D’altra parte ero determinato fin dall’inizio: non mi aspettavo di vincere o non speravo nel podio: ero determinato e sapevo di vincere. Non avrei potuto accettare un risultato diverso in partenza. Riuscire a fare bene l’ultima gara dell’anno, e che gara, è sicuramente una grande soddisfazione un po’ per me, ma anche per il mio maestro Silvio Campari che mi ha seguito da settembre nel bel percorso dei mondiali e degli europei e per la mia società, la Yama di Milano. Per questo lo devo ringraziare e con lui anche mio fratello Fabio, perché non mi hanno mai lasciato solo ed è bello sentirsi circondato da persone che ti vogliono bene così come la mia famiglia”.

Anima forte risiede in corpo forte e mente forte” e questo ci rispecchia dentro e fuori.— Matteo Cuscona

Dando uno sguardo, invece, ai risultati ottenuti dalle regioni è il Piemonte a fare il pieno di medaglie con la vittoria nel kumite a squadre sia maschile sia femminile. Squadra che vince non si cambia, è vero, ma il Piemonte ha rinnovato il parco coach scegliendo Roberto Mazzarda come responsabile tecnico regionale del Csak, con al suo fianco la moglie Ombretta Ottobrini, e i tecnici ed ex atleti Simona Monti e Daniele Bovo.
“Sono molto contento di come si sono comportati quest’anno i ragazzi – ha commentato il M° Roberto Mazzardae hanno risposto subito alle nostre richieste. È un gruppo fantastico, fatto di giovani e giovanissimi molto forti, con tanti nuovi atleti che a loro volta stanno crescendo. Se entriamo nel merito delle individualità certamente bisogna citare Alessia Furlan: una ragazza giovane e che da tempo milita a livello regionale e nazionale, molto umile e di basso profilo e lavora tantissimo. Si è giocata la finale con una altra nostra atleta del Piemonte, Giulia Pisano, disputando una competizione tra amiche e compagne di squadra ed è stato molto emozionante vederle combattere per il primo e secondo posto. Anche per Marta Mazzarda, quarta nel kata femminile “Memorial” ha fatto un risultato incredibile: una scricciolina che si è presentata in punta di piedi e che arriva subito dopo alla medaglia di bronzo nel kata Coppa Shotokan, fa ben sperare per il futuro. Bellissima l’esperienza di squadra nel kumite, a cominciare dalle ragazze, Alessia Furlan, Giulia Pisano, Beatrice Anghel con le riserve Marta Mazzarda ed Eleonora Simonetta che avevano già vinto lo scorso anno nel kumite femminile e si sono riconfermate anche nell’edizione del 2017 come un bellissima e forte squadra, mentre quella maschile, con Francesco Tinelli, Marco Pretta, Marco Baddini, Francesco Porreca, Alessandro Romano con le riserve Alberto Fragali ed Alexander Giordano ha fatto quest’anno l’exploit e hanno vinto l’oro nel kumite. Questi ultimi hanno incontrato la forte squadra della Toscana, mentre le ragazze dell’Emilia Romagna hanno combattuto tutte molto bene”.

Prima nel kumite femminile “open” e medaglia d’oro alla Coppa Shotokan è la giovanissima ventenne atleta piemontese Alessia Furlan, allieva dei maestri Monti del Csks Santhià, che ha agguantato la vittoria davanti alla compagna di squadra Giulia Pisano.
Alessia, un grande podio alla tua prima esperienza importante. Come ti sei sentita?
“Non mi aspettavo di vincere la medaglia d’oro. Mi sono allenata tanto, sia con i miei maestri che con i tecnici dello Csak, ed era il primo anno che facevo la Coppa Shotokan, sia con la squadra che nell’individuale, e non sapevo cosa aspettarmi. Sapere che c’è un solo primo posto è emozionante, tantissimo. Non sono una che piange facilmente, ma questa volta la lacrima di gioia alla fine c’è scappata eccome, soprattutto quando ho realizzato che avevo vinto dopo la finale e ancora di più la felicità è esplosa quando abbiamo conquistato la medaglia d’oro nel kumite a squadre con le mie compagne del Piemonte.”.
Alessia, per fare la maturità hai rinunciato a fare parte della rosa degli azzurrabili?
“Ho dovuto fare una scelta dettata dallo studio, ma sono contenta di averla fatta perché ho poi potuto dedicarmi di più al karate e alla preparazione per le gare: essendo io piccolina devo puntare tutto sulla velocità, sul tempo e sulla rapidità per superare quel gap che c’è fra me e le mie avversarie di stazza più grossa, ma sono bassina e ne sono fiera. Ora sono pronta a tornare in pista”.
I tuoi prossimi obbiettivi quali sono?
“Non saprei cosa aspettarmi: sono ancora junior e spero un giorno di poter gareggiare ai mondiali o agli europei, si vedrà, ma rimango con i piedi per terra. In realtà devo ancora realizzare che ho vinto sabato poi capisco cosa voglio fare da grande anche perché il karate è la mia passione, è dentro di me e fa parte della mia vita di tutti i giorni”.

Molto soddisfatto per la prestazione degli atleti emiliani è, infine, anche il Massimo Polacchini, coach uscente della squadra Csak dell’Emilia Romagna.
“È stata una bellissima gara dove tutto è andato bene fino alla fine. Le ragazze della squadra di kumite se la sono giocata sul filo di lana fino alla fine con la forte compagine del Piemonte con le atlete piemontesi che sono rimaste un pochino più lucide e quindi si sono meritate, poi, la vittoria visto che il sorteggio ce le ha fatte incontrare per prime ed erano al massimo delle loro potenzialità”.
Certamente lasciate in eredità, tu e i tuoi colleghi tecnici dell’Emilia Romagna, un bel gruppo di giovani.
“È una squadra che si è evoluta nel corso degli anni in positivo e che ha dato diverse soddisfazioni alla regione, anche se quest’anno purtroppo abbiamo sofferto della perdita di alcuni titolari come Giovanni Guidetti, assente ormai da un anno per via dell’infortunio al ginocchio che ha subito durante un allenamento con la nazionale, ma che ha quasi recuperato del tutto e di Cesare Vezzani che ci avrebbero potuto dare, per le loro qualità, un’ottima mano nella squadra di kumite rendendola più competitiva. Abbiamo avuto, invece, in campo femminile una riconferma da Beatrice Marmiroli, atleta giovane, ma molto determinata e di grande personalità che ha fatto medaglia nel kata, reduce dall’oro a squadre al mondiale di Treviso e del bronzo agli europei Eska in Portogallo e che alla Coppa Shotokan ha portato a casa la medaglia d’argento nel kata femminile “Memorial”. Buono anche il risultato ottenuto da Luca Davoli, un ragazzo nuovo e molto giovane che ha conquistato il quarto posto nel kata individuale “Memorial”: è un atleta completo sia nel kata che nel kumite, molto in forma quest’anno, e si è scontrato in gara con tutti i mostri sacri ottenendo il primo risultato importante nella sua carriera agonistica”.
Una gara, la Coppa Shotokan, che certamente lascia un segno indelebile per chi, come te in carriera, vi ha preso parte.
“La Coppa Shotokan è certamente una gara molto importante per un agonista, molto formativa ed è una classica della nostra federazione, paragonabile a un campionato italiano. In questa manifestazione così selettiva si mettono in mostra le individualità e l’exploit dell’atleta non titolato, che di base è un competitor comunque con una certa qualità tecnica, è sempre dietro l’angolo”.

La Coppa Shotokan è certamente una gara molto importante per un agonista, molto formativa ed è una classica della nostra federazione, paragonabile a un campionato italiano.— M° Massimo Polacchini

E molto contento di come si è svolta la manifestazione è anche il M° Marino Lombardi, organizzatore dell’evento toscano. “Abbiamo ospitato già 5 edizioni della Coppa Shotokan senza contare i numerosi stage nazionali e diversi campionati italiani assoluti. Per questa opportunità non posso che ringraziare la Fikta e l’Istituto Shototan Italia – Ente Morale che ancora una volta hanno creduto in noi e ci hanno dato la possibilità di organizzare questo prestigiosissimo evento, di cui è stato testimone anche il primo cittadino di Lucca, Alessandro Stabellini, che, a sua volta, ha portato i saluti della città, felice di poterci rivedere ancora tutti qui insieme nel segno del karate tradizionale e della scuola del maestro Hiroshi Shirai. Siamo stati molto felici anche di ospitare, il giorno successivo alla manifestazione, anche lo stage nazionale dell’Isi diretto da Sensei Shirai con atleti e tecnici provenienti non solo dalla Toscana, ma anche da numerose regioni d’Italia”.

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